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Cefalee,inadeguata gestione dei pazienti minaccia salute globale

Esperti, cambio paradigma assistenza per vincere sfida Onu 2030

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 27 OTT - Un radicale cambiamento nell'assistenza ai pazienti con cefalee a livello globale potrebbe portare a miglioramenti nella qualità di vita dei pazienti che aumenterebbero la produttività nei soggetti sotto i 50 anni e migliorerebbero direttamente la salute della popolazione globale, data l'ampia diffusione dei casi di disturbi legati alle cefalee (oltre 2,6 miliardi nel 2019).
    È quanto riferito da Alberto Raggi (Neurologia, Sanità Pubblica e Unità di Disabilità, Fondazione Irccs Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano) e Paolo Martelletti, presidente della Fondazione Italiana per lo Studio delle Cefalee in una review pubblicata sulla rivista The Journal of Headache and Pain.
    Senza la messa in atto di tale cambio di paradigma nell'assistenza a questi pazienti, spiegano, non si riuscirà a raggiungere l'Obiettivo di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite numero 3 di Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età entro il 2030.
    Infatti, secondo le ultime stime del Global Burden of Disease (GBD), nel 2019 ci sono stati 793,8 milioni di nuovi casi di cefalee primarie, 2,6 miliardi di casi complessivi e un totale di 46,6 milioni di anni vissuti con disabilità (YLD) a causa delle cefalee (a livello globale, le cefalee si collocano al terzo posto dopo il mal di schiena e la depressione per impatto in termini di anni vissuti con una qualche disabilità).
    Gli autori suggeriscono diversi passaggi da intraprendere per migliorare la cura delle cefalee, tra cui ridurre l'abuso di farmaci per il trattamento delle cefalee; modificare il modo in cui la gravità di una emicrania viene definita clinicamente in modo che tenga conto anche della gravità dei sintomi associati; sviluppare programmi di formazione significativamente più completi per operatori sanitari sul trattamento dei disturbi legati alle cefalee, compresa una formazione aggiuntiva durante gli studi medici universitari; aumentare l'accesso al trattamento preventivo per i disturbi legati alle cefalee nei paesi a basso e medio reddito (Lmic). (ANSA).
   

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