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23mila adolescenti attendono famiglia ma tante criticità affido

Convegno in Campidoglio con istituzioni e associazioni

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 09 MAG - A più di quarant'anni dall'introduzione dell'istituto dell'affidamento familiare questo strumento di tutela per i minori rimane ancora una misura difficile da applicare nella quotidianità, forse anche perché tempi, regole e condizioni stabiliti dalla legge restano troppo lontane dalla realtà. Se ne è parlato nella Sala del Carroccio in Campidoglio, nel corso del convegno "L'affido: un viaggio ancora complesso". Solo gli adolescenti in comunità, tra i 14 e i 17 anni, nel triennio 2018-2020 - è stato detto nel corso dell'incontro - erano ben 23mila.
    "Sebbene resti in piedi la 184 del 1983, il nuovo ddl sembra mettere in scena un attacco all'affidamento familiare e presenta linee guida in contrasto con la centralità del minore a cui la legge italiana garantisce il diritto a crescere in una famiglia, preferibilmente la sua, qualora questa sia in grado di provvedere a lui", ha esordito il capogruppo capitolino di Azione Flavia De Gregorio.
    In Italia fino alla metà degli anni '70 i minori privi di una famiglia o con una situazione familiare fortemente problematica venivano solitamente collocati negli istituti. Con la 149/2001 è stata sancita definitivamente la chiusura degli orfanotrofi e si è stabilito che i minori venissero accolti in case-famiglia, famiglie affidatarie o adottive; mentre si è continuato a privilegiare l'inserimento in famiglie affidatarie dei minori che non possono permanere nel nucleo d'origine.
    Emilia Russo e Karin Falconi, rispettivamente presidente e vicepresidente dell'associazione M'Ama Dalla parte dei bambini, hanno raccontato che la loro associazione raccoglie 10mila famiglie, tra le quali un 25% sono formate da omosessuali o single. I tempi di attesa di arrivo in casa di un minore, dopo la formazione, sono in media di 24 mesi e l'associazione - tra adozioni e affidamenti - dalla nascita ne ha guidati 190, tutti a tempo indeterminato. Non c'è stata nessuna restituzione, ovvero nessun minore è stato riportato dalla famiglia adottiva o affidataria in casa-famiglia. Dei 190 abbinamenti, il 10% ovvero 19 bimbi, è stato dato a single o coppie o single omosessuali.
    "Molti tribunali purtroppo - ha denunciato Karin Falconi - si rifiutano di abbinare bimbi a single e coppie omognitoriali opportunamente formate, nemmeno fanno loro dei colloqui. E così ci sono famiglie che vengono formate ma rimangono parcheggiate per anni e non sono mai chiamate".
    Gli esponenti istitutuzionali - da Flavia De Gregorio a Tiziana Biolghini, consigliera capitolina di Roma Futura, a Gianna Costantini, capogruppo della lista civica Gualtieri Sindaco a Valerio d'Angeli coordinatore delle politiche sociali e diritti civili di Roma in Azione e Francesca Severi, capogruppo di Azione nel XII Municipio, hanno garantito un impegno per l'istituzione della figura dei tutori volontari, la creazione di osservatori che consentano di avere numeri aggiornati sul fenomeno dell'affido e la regolamentazione della formazione, ad oggi demandata ai Comuni senza una cornice unitaria.
    "Bisogna rafforzare l'istituto dell'affido - ha concluso De Gregorio - e per questo è indispensabile un impegno concreto da parte della politica in modo da potenziare il sostegno economico e il coinvolgimento di associazioni e Terzo settore, ma anche ridurre tempi di intervento, anticipando i bisogni delle famiglie e dei minori in difficoltà". (ANSA).
   

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