(ANSA) - ROMA, 16 MAG - "I cittadini devono pretendere che
gli apparati svolgano fino in fondo la loro attività. La
responsabilità è nostra e la sentiamo tutta. Ci deve essere
consapevolezza che il rischio zero non esiste davanti a un
terrorismo liquido e indistinto. Ma è possibile immaginare una
corretta reazione davanti a queste cose, come hanno fatto i
francesi che non hanno alzato bandiera bianca". La principale
preoccupazione del capo della Polizia, Franco Gabrielli, davanti
alla sfida di convivere con la minaccia del terrorismo è che il
sistema tenga, in caso di urto, come è stato in Francia, il
paese più colpito in Europa, che ha reagito senza cambiare le
proprie abitudini di vita e senza rinunciare alla propria
libertà. Per questo, secondo Gabrielli, è necessario l'aiuto dei
cittadini: il Paese deve essere "resiliente", resistere e
reagire. Anche tenendo aperti gli occhi: "La collaborazione dei
cittadini è fondamentale e ineliminabile", senza renderli
"delatori, come nella Germania dell'Est ai tempi della Stasi".
Una sollecitazione che arriva anche dal procuratore Antimafia
e Antiterrorismo, Federico Cafiero de Raho: "Nella mia
esperienza ho constato che il cittadino si è fatto avanti per
fatti di mafia, non ha temuto, e altrettanto deve fare per il
terrorismo", "se ognuno fosse vigile su ciò che avviene sul
proprio territorio avremmo 50 milioni di osservatori".
Essenziale è anche lo scambio di informazioni: "La comunicazione
deve essere immediata, a volta basta un'ora ritardo per una
strage. Non ritengo che sia un caso che in Italia non sia
successo niente".
Le indagini per ora non hanno dimostrato l'attivazione su
atti da commettere in Italia. E anche Youssef Zahgba,
l'italo-marocchino, autore dell'attacco a Londra nel giugno
scorso, è risultato radicalizzato all'estero, con legami in
Italia solo per venire a trovare la madre a Bologna, ha
ricordato il procuratore di Bologna, Giuseppe Amato, "ma l'atto
terroristico che nasce dalla imponderabile determinazione di un
singolo, per un mutamento della personalità e per una
radicalizzazione improvvisa non è un fatto verso il quale si
possa fare previsione e prevenzione". A questo proposito, le
espulsioni sono risultate uno strumento particolarmente
efficace: sono state in tutto 280 e, ha aggiunto, Gabrielli, "le
indagini successive hanno confermato che si trattasse di persone
in grado di poter nuocere". Dal punto di vista investigativo,
invece, secondo De Raho, "sarebbe importati potere entrare nelle
forme di comunicazioni informatiche attraverso il consenso da
parte degli gestori". Per quanto riguarda la tecnologia
applicata alla sicurezza, la frontiera è quella delle selezione
delle informazioni: "L'importanti - ha osservato - Giovanni
Soccodato, direttore delle Strategie di Leonardo è incrociare le
fonti e avere informazioni verificati e fedeli in tempo rapidi.
È possibile raccogliere le informazione e selezionare quelle
rilevanti, per fare interventi di prevenzioni. La selezione,
effettuata in maniera automatica, consente di essere anche
rispettosi della privacy". (ANSA).
Gabrielli, occhi aperti su terrorismo
Capo della Polizia, in Francia non hanno alzato bandiera bianca