(ANSAmed) - ZAGABRIA, 22 LUG - Tra le strategie prese in
considerazione negli ultimi mesi per assicurare la stabilità
energetica dell'Europa centrale, con un rifornimento sicuro e
continuo di gas naturale, bypassando la Russia, ci sarebbe la
costruzione di un rigassificatore nel nord Adriatico, sull'isola
di Veglia (Krk), in Croazia, nei pressi della città di Fiume
(Rijeka). Lo scrive oggi il quotidiano Jutarnji list di
Zagabria, citando, come sostiene, fonti ben informate.
Secondo il giornale l'idea, che in Croazia esiste da quasi un
decennio, è stata rispolverata e sta ottenendo un crescente
appoggio nelle cancellerie occidentali e a Washington, con
l'intensificarsi della crisi in Ucraina e il deterioramento dei
rapporti con la Russia.
Nella preparazione del progetto sarebbero coinvolti esperti
inviati dall'amministrazione americana, mentre da Washington
sarebbero arrivati segnali a Bruxelles di considerare un
cofinanziamento attraverso i fondi europei. Al recente incontro,
la settimana scorsa a Dubrovnik, tra tutti i capi di Stato dei
Paesi dei Balcani occidentali con il cancellerie tedesco, Angela
Merkel, il rigassificatore sarebbe stato tra i temi principali
in discussione.
Lo scopo finale è di collegare il terminal per il Gnl
sull'isola di Veglia al rigassificatore sul Mar Baltico, in
Polonia, formando in questo modo un corridoio energetico
nord-sud che garantirebbe forniture di gas naturale -
probabilmente dal Golfo Persico - alla Polonia, Rep.Ceca,
Slovacchia, Ungheria e Croazia, con collegamenti anche ai Paesi
confinanti, inclusa l'Ucraina.
In Croazia è in corso la preparazione della documentazione
per assicurare in anticipo, prima che il progetto ottenga un via
libera di Bruxelles, tutti i permessi necessari. È previsto che
il governo di Zagabria dichiari il rigassificatore "investimento
di importanza strategica" per il Paese, facendolo abbracciare da
una legge speciale che mira ad agevolare e accelerare i
mega-investimenti. È stata già registrata un'azienda dal nome
Lng Hrvatska (Croazia), cogestita da due società pubbliche, la
Plinacro, per la distribuzione del gas, e la Hep, per la
produzione e distribuzione dell'energia elettrica.
Per ora si pensa che l'intero impianto debba avere una
capacità massima di riportare dallo stato liquido a quello
gassoso sei miliardi di metri cubi di metano all'anno, con però
la possibilità di ampliare la struttura nel caso in futuro la
richiesta cresca. L'intero investimento è stimato a circa 630
milioni di euro, e la parte croata molto probabilmente dovrà
cercare un partner strategico internazionale, che ne
diventerebbe il proprietario maggioritario.
Non è escluso un credito delle banche per lo sviluppo
europee, insieme a prestiti commerciali, mentre la Croazia
preferirebbe un finanziamento diretto dai fondi europei. La
costruzione del rigassificatore potrebbe durare tra i due e i
quattro anni, per essere pienamente operativo nel 2019.
(ANSAmed).
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Energia: Croazia, torna idea rigassificatore nord Adriatico
Media, per assicurare stabilita' energetica Europa centrale