(ANSAmed) - ZAGABRIA, 11 DIC - Alla presenza di centinaia di
persone, ma senza le più alte cariche dello Stato, si è tenuta
oggi a Zagabria una cerimonia commemorativa in onore e ricordo
del generale croato Slobodan Praljak, criminale di guerra
suicidatosi in diretta. Praljak due settimane fa ingerì
platealmente una fiala di cianuro dinanzi ai giudici e in
diretta televisiva, nell'aula del Tribunale penale
internazionale all'Aja (Tpi) al momento della lettura della
condanna a 20 anni per crimini di guerra commessi in Bosnia
negli anni Novanta. E' spirando poche ore dopo dopo in ospedale.
La cerimonia nella sala di concerti di Zagabria è stata
organizzata dall'Associazione dei generali croati, che raduna i
più alti ufficiali militari in pensione. Il presidente, Pavao
Miljavac, ha detto che Praljak "fino all'ultimo momento ha
difeso la propria patria e l'onore del proprio esercito".
L'evento non ha avuto carattere ufficiale e non erano
presenti i rappresentati del governo o del parlamento, con
l'eccezione del ministro per i Veterani di guerra, Tomo Medved.
Sono comunque giunti molti deputati dell'Unione democratica
croata (Hdz, conservatori), partito del premier Andrej
Plenkovic, e numerose personalità della vita pubblica croata, in
particolare esponenti legati alla destra nazionalista, che
considerano Praljak un eroe nazionale.
Il primo a parlare è stato Miroslav Tudjman, parlamentare e
figlio del defunto primo presidente Franjo Tudjman, che ha
citato le ultime parole di Praljak rivolte ai giudici del Tpi:
"Non sono un criminale di guerra e con sdegno respingo la vostra
sentenza".
Tudjman ha poi affermato che il verdetto del Tpi contro
Praljak e altri cinque alti politici e militari croati bosniaci
"è un'offesa alla giustizia". "Praljak non voleva vivere neanche
un minuto come criminale di guerra, semplicemente perché non lo
era", ha concluso Tudjiman, il cui intervento è stato accolto da
un lunghissimo applauso.
I sei croato-bosniaci sono stati riconosciuti colpevoli con
sentenza definitiva di crimini contro l'umanità e in particolare
di pulizia etnica per il ruolo svolto nella deportazione dei
musulmani bosniaci. I giudici hanno anche confermato che i
croati di Bosnia avevano formato una organizzazione con
l'obiettivo di creare un'entità parastatale croata in
Bosnia-Erzegovina. Tale entità si sarebbe poi potuta "unire alla
Croazia" o rimanere in "stretta associazione" con Zagabria.
(ANSAmed).
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Tpi: Praljak, affollata cerimonia commemorativa a Zagabria
Onori per generale suicida. Nazionalisti croati contro Tribunale