(ANSAmed) - ROMA, 5 MAG - "Molte bombe sono cadute vicino al
nostro centro di distribuzione aiuti, dove abbiamo tra l'altro
anche una clinica. Così il team di Aleppo insieme all'ufficio
nazionale che sta presso all'aeroporto di Damasco ha deciso di
fermare ogni attività. Siamo stati chiusi il 3 e il 4 maggio, ma
questa mattina, grazie al cessate il fuoco, abbiamo potuto
riprendere il nostro lavoro. Il centro di distribuzione serve
circa 6.300 persone della zona di Aleppo". Lo ha riferito il
responsabile relazioni esterne del servizio rifugiati dei
Gesuiti di Aleppo, Cedric Prakash, in un'intervista al Tg2000,
il telegiornale di Tv2000.
Il centro dei Gesuiti, ha sottolineato Prakash, aiuta "sia
cristiani che musulmani ma anche gente di cui non sappiamo
nulla. Il 'Jesuit Refugee Service' non fa distinzioni in base
alla religione. Noi serviamo ogni essere umano, in particolare i
più afflitti".
"In molte parti della città, ci hanno detto - ha proseguito
Prakash - ci sono persone bloccate, che non possono uscire.
Negli ultimi giorni sono morte circa 300 persone e tante altre
sono rimaste ferite".
"Ora fortunatamente - ha aggiunto Prakash - c'è il cessate il
fuoco, ogni tregua è un bene per tutti. Tutte le fazioni in
guerra, ovunque siano e da dovunque provengano, fermino le
ostilità perché gli attacchi sulla popolazione civile sono al di
fuori di ogni negoziazione. Abbiamo inoltre necessità di
attrezzature mediche: qui la gente ha bisogno di cure, gli
ospedali sono pieni di uomini, donne e bambini che stanno
morendo. Il materiale medico deve assolutamente arrivare. La
gente è priva di ogni bene, molti sono anche senza cibo".
"Noi vogliamo la pace, - ha concluso Prakash - la gente di
Aleppo vuole la pace. Preghiamo per la pace, speriamo nella
pace, e così la gente siriana. Perché la guerra e la violenza
non sono nell'interesse di nessuno. Speriamo che il cessate il
fuoco e la tregua possano continuare e che tutto il popolo possa
godere di una pace sostenibile e durevole nei giorni e negli
anni a venire".
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Siria: Gesuiti; tregua Aleppo, riaperto servizio rifugiati
Servono medicine e cibo; accogliamo tutti senza distinzione fede