(ANSAmed) - CITTA' DEL VATICANO, 21 NOV - La condanna
esplicita e senza riserve della "grave violazione dei diritti
umani in Iraq e in Siria" e il ripudio "di ogni sfruttamento
della religione nei conflitti politici", che avviene anche
attraverso "l'usurpazione di simboli religiosi da parte di
estremisti, così come il suo uso quale mezzo di segregazione e
motivo di ingiustizia e di oppressione".
Non lascia spazio a dubbi la dichiarazione finale della
conferenza promossa a Vienna dal Centro internazionale per il
dialogo interreligioso e interculturale Re Abdullah bin
Abdulaziz (Kaiciid), centro fondato nella capitale austriaca da
Arabia Saudita, Austria e Spagna, sul tema "Uniti contro la
violenza in nome della religione".
Dopo due giorni di lavori, in cui si sono confrontati sulla
necessità di sostenere la diversità religiosa e culturale nei
due Paesi teatro di sanguinosi scontri, i leader religiosi
riuniti nella capitale austriaca hanno rilasciato una
dichiarazione articolata in otto punti - riportata
dall'Osservatore Romano - che fissa l'adozione del dialogo come
"strumento principale e più potente per risolvere conflitti e
disaccordi" e mira a sostenere "iniziative e istituzioni che
considerano il dialogo il metodo migliore per costruire la pace,
la coesistenza e per promuovere una cittadinanza comune".
I partecipanti alla conferenza condividono "l'indignazione di
coloro che devono subire gravi ingiustizie e abusi arbitrari".
Infatti, ribadiscono, "a prescindere dalla religione che una
persona ha scelto, essa ha il diritto di essere trattata con
umanità e con dignità". In particolare, "l'assassinio di massa e
il conflitto cruento incontrollati sono giustamente classificati
come crimini contro l'umanità".
Nella dichiarazione trova spazio anche la ferma denuncia del
sostegno dato al terrorismo e del finanziamento dello stesso, e
viene rivolto un appello ai leader e ai governi del mondo, alla
Lega Araba e al Consiglio di sicurezza dell'Onu, affinché si
intervenga "con misure appropriate per fermare i crimini e porre
fine ai conflitti, i quali sono distruttivi tanto per le persone
quanto per le civiltà", perché "nulla giustifica la violenza
contro i civili o le minacce alla loro vita e al loro
sostentamento". Successivamente si esprime solidarietà nei
confronti di quanti "sono oppressi a causa di tali eventi",
specie coloro che "sono stati sradicati e allontanati dalle loro
case e dalla loro patria". Particolarmente significativo il
rifiuto dell'insegnamento distorto dei valori in seno all'islam,
"specialmente da parte di coloro che rivendicano un Governo
islamico in Iraq e in Siria e dei loro seguaci", con l'invito a
tutte le persone di fede e di buona volontà a condannare queste
pratiche e a opporsi unite a queste tattiche. (ANSAmed).
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Isis:leader religiosi,crimini contro umanità e fede distorta
A Vienna conferenza Centro interreligioso ispano-austro-saudita