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Italia, enormi opportunità dal polo agroalimentare Onu

I principi della dieta mediterranea per l'agenda 2030

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 18 DIC - La presenza del polo agro-alimentare delle Nazioni Unite in Italia offre "enormi opportunità per il nostro Paese". Lo ha dichiarato la rappresentante permanente d'Italia presso le Agenzie delle Nazioni unite con sede a Roma, ambasciatore Vincenza Lomonaco, in un'audizione al Comitato permanente sull'attuazione dell'agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, presso la Commissione Esteri della Camera. "Il sostegno dell'Italia alla Fao diventa anche un formidabile strumento per la nostra politica estera e diplomazia preventiva", ha osservato Lomonaco sottolineando che l'Italia è per l'organizzazione, il decimo contributore nel mondo e il quarto nell'Unione europea, con quasi 40 milioni di dollari nel 2018, dei quali 20 milioni volontari, oltre ai fondi veicolati attraverso l'Ue.
    Tra gli obiettivi dell'agenda 2030, "la Fao ne persegue uno, molto ambizioso: fame zero, da cui siamo ancora molto distanti", spiega Lomonaco, con 820 milioni di persone che soffrono la fame nel 2018 "e questo numero che non sembra che stia calando".
    L'assistenza ai paesi, per Lomonaco, "può rappresentare uno strumento importante anche nelle aree in conflitto, dove spesso è proprio la competizione per le risorse agricole naturali una delle principali cause delle tensioni geopolitiche".
    La rappresentanza italiana, racconta Lomonaco, ha inoltre guardato all'insieme dei 17 obiettivi con "l'iniziativa Mediterranean Diet's principles for Agenda 2030 che prevede giornate di approfondimento per tutto il 2020" che indagano sul legame tra la dieta mediterranea e i temi della salvaguardia della biodiversità, del rispetto dell'ambiente, della nutrizione delle città, della lotta allo spreco alimentare, del ruolo delle donne e dell'innovazione in agricoltura.
    Inoltre l'Italia ha promosso un'alleanza informale tra i paesi per la salvaguardia dei principi della dieta mediterranea e delle diete salutari, tradizionali e indigene. "E' un'azione che si è resa necessaria per contrastare la tendenza della Fao negli ultimi anni tendente a promuovere visioni standardizzate della nutrizione tendenzialmente dannose per le produzioni e le specificità agricole locali, non solo italiane", dichiara Lomonaco.
    L'ambasciatore ha sottolineato infine come limiti la possibilità per l'Italia di "poter incidere sugli orientamenti politici generali" delle agenzie Onu di base a Roma, il fatto che il personale italiano impiegato è "consistente, ma certamente insufficiente nei gradi apicali".(ANSA).
   

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