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Risparmio:criteri Esg priorità per investitori istituzionali

Studio Ubs Am, il 74% nel mondo ha avuto migliori performance

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 24 GIU - Il 74% di chi ha fatto investimenti integrati con i criteri Esg (Environmental, social and governance) ritiene di avere avuto una migliore performance finanziaria rispetto a chi ha utilizzato quelli tradizionali già nei tre anni precedenti al 2020 e non solo durante la pandemia.
    Emerge da uno studio di Ubs Asset Management, dal titolo "Resetting the agenda - How Esg is shaping our future", condotto a livello globale da The Economist Intelligence Unit (Eiu) su 450 investitori istituzionali a livello globale, principalmente in Nord America, Europa e Asia-Pacifico.
    Gli investitori del Nord America sembrano essere in vantaggio rispetto a quelli di altri Paesi in termini di integrazione dei criteri Esg, tanto che il 41% ha già integrato il 50% delle proprie masse in gestione, rispetto a un quarto in Asia-Pacifico e al solo 18% in Europa. Tre quarti degli investitori internazionali inoltre concordano sul fatto che la pandemia accelererà l'attenzione per i criteri Esg e gli afflussi di capitale verso gli investimenti sostenibili. Fin dall'inizio del 2020, si stima che i driver per un'ulteriore integrazione dei criteri Esg siano cambiati, in scia alle ampie conseguenze della pandemia di Covid 19. Il miglioramento dei rendimenti è sicuramente uno dei primi tre driver, ma l'attenuazione della recessione indotta dalla crisi innescata dal Covid-19, menzionata dal 26% degli intervistati, si aggiudica il primo posto della lista dei driver. (ANSA).
   

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