Abruzzo

Malori bimbi: Baldini (Fsi), su salute niente ribassi

'Ingenuo pensare servizi qualità con prezzi decrescenti'

Redazione Ansa

(ANSA) - PESCARA, 5 GIU - "Gli incidenti di percorso nei servizi di refezione scolastica e nell'erogazione degli altri servizi esternalizzati ai privati sono in aumento e chiaramente correlati alle procedure di affidamento che hanno fatto prevalere il criterio del massimo ribasso per conseguire risparmi nella spesa degli enti locali. È ingenuo e al contempo azzardato pensare che si possa fornire un servizio a qualità crescente a prezzi decrescenti. È infatti scontato che la riduzione dei costi incida sull'approvvigionamento delle materie prime e la qualità dei servizi". A sostenerlo è Gianluca Baldini del Fronte Sovranista Italiano di Pescara. "Ha senso - ha sottolineato - indire gare pubbliche per spuntare prezzi inferiori ai 4 euro al pasto, correndo il rischio di avvelenare i nostri figli? Per fornire un altro esempio attuale, diversi ospedali hanno registrato una moltiplicazione di infezioni nosocomiali post-operatorie dopo aver esternalizzato la sterilizzazione dei ferri a società che hanno consentito di risparmiare qualche euro alle casse pubbliche. Ha senso pubblicizzare con entusiasmo le economie conseguite con questa 'revisione' di spesa? Assunto che non può e non deve essere anteposta la riduzione dei costi alla qualità di un servizio, tanto più quando può essere messa a rischio la salute pubblica, sarebbe opportuno domandarsi perché in tutta Italia i Comuni si riducano a fare economia sui centesimi dei pasti che vengono somministrati ai nostri figli".
    "Una risposta scontata - ha aggiunto - ce la fornisce la disciplina sulla finanza degli enti introdotta sotto la spinta dell'Unione Europea. Con l'autonomia finanziaria, la riduzione dei trasferimenti statali e il rispetto del pareggio di bilancio, si è moltiplicato il numero di Comuni costretti a dichiarare il dissesto o ad adire a procedure di pre-dissesto per lo sforamento dei parametri di deficitarietà strutturale. Si continua a stringere la cinghia, nella speranza di dimagrire abbastanza da rientrare nei limiti imposti dalla legge. Ma per ogni 'chilo' di spesa persa, per ogni 'taglia' guadagnata, per ogni nuovo 'buco che facciamo alla cintura', perdiamo occupazione - e dunque redditi e consumi - e qualità dei servizi pubblici essenziali, mettendo persino a rischio la salute nostra e dei nostri figli. È ora che qualcuno abbia il coraggio di urlare verità scomode, ma inappuntabili: finché rimarremo nell'Unione Europea questa dieta letale non avrà fine". (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it