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Battistello, la Lady dello shipping che ordinò un cargo rosa

Il gigantismo? Preferisco tanti pulcini a una gallina

29 maggio, 21:54

(ANSA) - GENOVA, 29 MAG - "La nave rosa? Un'idea nata un po' così: i colleghi mi guardavano perplessi quando ho iniziato a dirlo, sono andata avanti perché era in gioco la mia credibilità. E' stato un successo, una grande pubblicità. Quindi dico a tutti: se avete delle idee, anche se sembrano un po' matte, non le sottovalutate". Cecilia Eckelmann Battistello, presidente del gruppo Contship Italia, la Lady dello shipping, una delle pochissime donne, se non l'unica a sedere nella stanza dei bottoni in un mondo tradizionalmente maschile, che domani sera sarà la protagonista al Galata Museo del mare di Genova degli Incontri in Blu, sorride e racconta quell'idea che ha reso famosi ovunque lei e la compagnia, quando la portacontainer Contship Germany, interamente rosa, nel 1992 entrò nel porto di Felixtowe e spiega anche che il "carburante" per il successo sono l'entusiasmo, la passione e la determinazione. Al timone di Contship, ha visto passare il mondo dello shipping dalle navi che portavano 100 container ai giganti di oggi, alle grandi aggregazioni "E' cambiato in un modo che a me non piace - spiega -. Preferisco tanti pulcini a una gallina: quando le hai tirato il collo per fare il brodo non hai più niente. Mi spiego, avere tante linee marittime più piccole, con più concorrenza, flessibilità, che ti danno un maggiore controllo anziché trovarmi quattro giganti lo preferisco. Sono dimensioni che sono più grandi di me, io preferivo forse un po' più di casino, come a casa mia, dove eravamo otto bambini piccoli, ma che ti dava più opportunità. Oggi nessuno può permettersi il lusso di entrare in questa industria perché si parla di cifre che solamente i fondi hanno in mano e gestiscono: è un mondo diverso". Sognatrice e pragmatica insieme, instancabile e perfezionista è stata la prima donna a presiedere, dal 1990 al 1994 la più antica Conferenza marittima, quella fra Inghilterra, India, Pakistan e Bangladesh. Fra le soddisfazioni più grandi mette il fatto di essere riuscita a fare un team mettendo insieme persone di nazionalità diverse. "In un gruppo, c'era l'olandese come il cinese di Hong Kong, il cinese di Singapore, l'australiano: tutti diversi ma attorno al tavolo tutti remavano nelle stessa direzione" dice. Del resto l'organizzazione e l'ordine li ha imparati fin da piccola "alla scuola del generale Maria Maddalena, mia madre, che aveva otto figli da gestire. Le regole erano molto chiare come la responsabilizzazione".

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