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Piccola nautica soffre, nel 2011 vendite in calo del 20%

Ucina, futuro incerto. Salone Genova occasione rilancio

21 settembre, 15:08
Genova - Salone nautico Genova - Salone nautico

di Cristina Re

 

Tempi duri in Italia per i costruttori di piccole barche. Per la maggior parte artigiani, non sono attrezzati per affrontare i mercati stranieri e si rivolgono quindi al mercato interno, quello che in Europa quest'anno ha perso di piu'. ''Chi poteva permettersi una barchetta ora non puo' piu' e l'acquisto di un'imbarcazione e' forse oggi l'ultimo pensiero per l'italiano di ceto medio'', afferma Umberto Capelli, consigliere di Ucina Confindustria Nautica e titolare dell'omonimo cantiere di Spinadesco Cremona, una delle grandi realta' italiane nel mondo della nautica.

 

Il comparto soffre molto. In termini di vendite, la perdita nel 2011 e' stata del 20% rispetto al 2010. Ma cio' nonostante, i produttori di piccole imbarcazioni che non necessitano di immatricolazione - si va da un minimo di cinque metri fino a un massimo di 10 metri di lunghezza - saranno presenti al Salone Nautico di Genova che si apre il primo ottobre prossimo.

 

''Le ultime risorse le hanno investite li' - spiega Capelli - perche' non essere presenti al salone di Genova vuol dire uscire dal mercato. La piccola nautica in Italia - sottolinea - non e' composta da aziende importanti che fanno grandi volumi, o che hanno una grande organizzazione. Sono tutte imprese artigianali che dal 2008 sicuramente non hanno incrementato il proprio lavoro. Si trovano oggi con pochissime risorse e guardano al futuro con una incertezza''.

 

Sono tanti i fattori di crisi. Oltre alla situazione economica generale, con il suo corollario di notizie negative che non invogliano certo all'acquisto di un bene legato allo svago, spiega Capelli, c'e' poi anche in Italia la difficile gestione post-vendita: difficolta' nel trovare posto nei porti che privilegiano i clienti con barche piu' grandi perche' portano piu' soldi, assenza di porti a secco per via dei vincoli del demanio, assenza di scivoli che consentano di trasportare la barca con il carrello e metterla in acqua a costo zero.

 

''Gli scivoli sono pochi e, se ci sono, sono spesso chiusi dalle municipalita' con varie scuse, magari per favorire qualche imprenditore locale che ha una gru - prosegue il consigliere di Ucina -. Insomma, si fa tutto il possibile per creare difficolta' a chi compra una piccola barca. Con 15 mila euro uno si puo' portare a casa una imbarcazione di 5-6 metri, motore e iva compresa, un costo paragonabile all'acquisto di una motocicletta. Ma il problema viene dopo: come metterla in acqua, dove tenerla d'inverno, dove rimessarla''.

 

A questo si aggiunge la concorrenza dei Paesi che dispongono di strutture di grandi dimensioni, produzioni industriali delocalizzate molto importanti, che sono in grado di praticare prezzi piu' bassi. ''Quelli che ci fanno piu' paura in questo momento sono i francesi - spiega Capelli -, per esempio il gruppo Beneteau''.

 

A voler essere ottimisti, si assiste tuttavia ad un fenomeno giudicato positivo: ''Chi comprava un'imbarcazione medio-grande ora scende di misura, un po' perche' ci sono meno soldi, un po' per la paura di possedere una grande imbarcazione. La passione sicuramente rimane e la tendenza per alcuni e' di rivolgersi ad un prodotto piu flessibile''.

 

''La piccola nautica sara' quindi presente al salone di Genova - conclude Capelli -. E' quello che ha la visibilita' piu' importante a livello europeo e forse mondiale. Si va tutti con la speranza di poter lavorare per il prossimo anno ma le aspettative non sono le migliori''.

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