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Libia: marina Usa consegna petroliera nordcoreana a Tripoli

In acque internazionali, al largo della costa nordafricana

22 marzo, 16:57
Libia: marina Usa consegna petroliera nordcoreana a Tripoli Libia: marina Usa consegna petroliera nordcoreana a Tripoli

 (ANSA) - TRIPOLI, 22 MAR - La petroliera battente bandiera nordcoreana "Morning Glory" che aveva cercato di esportare greggio illegalmente per un gruppo armato separatista della Cirenaica, è stata consegnata oggi dalla marina Usa alle autorità libiche in acque internazionali, al largo delle coste del paese nordafricano. Lo riferisce in un comunicato l'ambasciata Usa a Tripoli secondo cui la nave cisterna è ora sotto il controllo delle forze di sicurezza libiche.

Oltre alla nave sono stati consegnati dai militari statunitensi anche i 3 libici che erano a bordo e che controllavano l'operazione di export illegale e i 21 membri dell'equipaggio, tutti stranieri. A questo riguardo l'ambasciata specifica che tutti coloro coloro che sono a bordo della petroliera ''verranno trattati in conformità agli standard internazionale sui diritti umani''. Due settimane fa la "Morning Glory" aveva attraccato nel porto libico di Sidra per caricare greggio con l'intenzione di esportarlo per conto di un gruppo separatista dell'est.

La nave, riuscita inizialmente a dileguarsi nonostante il blocco predisposto dalla marina libica, è stata infine fermata con uno spettacolare blitz notturno delle forze speciali americane al largo delle coste cipriote. Non è stato ancora rivelato a chi fosse destinato il carico di greggio e neanche quale sia il Paese veramente proprietario della petroliera, visto che é opinione comune che il fatto che batta bandiera nordcoreana sia solo una copertura.

Quello conclusosi oggi definitivamente a vantaggio di Tripoli con l'aiuto Usa é stato il primo tentativo di esportare greggio in modo autonomo da parte dell'Ufficio Politico di Barqa, un nuovo ente formato da un ex rivoluzionario, il 33enne Ibrahim Jadran, in prima linea durante la rivoluzione che portò alla caduta e all'uccisione di Muammar Gheddafi. Dopo la guerra del 2011 Jadran era diventato responsabile delle guardie di sicurezza di alcuni impianti petroliferi. Ma dalla fine di luglio dell'anno scorso aveva approfittato della sua posizione per organizzare e guidare le proteste che stanno bloccando i maggiori porti della Libia, chiedendo alle autorità di trattenere una quota maggiore dei proventi dell'export e accusando il governo di corruzione sulla vendita di greggio.

Jadran e i suoi sostenitori accusano inoltre Tripoli di marginalizzare l'est del paese. Il governo ha cercato a più riprese di negoziare una soluzione ma Jadran non ha mai ceduto. E questa é stata una delle cause che hanno spinto il parlamento libico a sfiduciare l'ormai ex premier Ali Zeidan, sostituito ad interim lo scorso 11 marzo dal ministro della difesa Abdullah al-Thani. (ANSA).

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