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India: maro'; corte suprema, tensioni su convenzione Onu

Pr legali governo indiano la Uclos non applicabile

30 agosto, 08:58
India: maro'; corte suprema, tensioni su convenzione Onu India: maro'; corte suprema, tensioni su convenzione Onu

(di Maurizio Salvi) (ANSA) - NEW DELHI, 29 AGO - I legali dei marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone e quelli dello Stato indiano si sono confrontati oggi davanti ai giudici della Corte Suprema dell'India sull'applicabilità o meno della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (Unclos) alla nave Enrica Lexie nel caso dell'incidente del 15 febbraio in cui due pescatori indiani furono uccisi al largo delle coste del Kerala.

Già ieri, e poi oggi nella conclusione della sua arringa, l'avvocato che difende gli interessi dei marò, Harish Salve, ha sostenuto che l'art.97 della Unclos concede al paese cui appartiene la bandiera dell'unità coinvolta in un incidente in alto mare il diritto di processare eventuali responsabili di reati che si trovano a bordo. Qui non c'é giurisdizione indiana, ha detto Salve all'ANSA, anche perché "le leggi indiane sono sottoposte alla Unclos (a cui Italia e India hanno aderito, ndr) e l'incidente in questione è avvenuto in acque contigue e non territoriali". Il secondo argomento che abbiamo illustrato, ha concluso, "é che i marò godevano di una immunità totale derivata dalla funzione di protezione della nave loro affidata dallo Stato italiano".

Intervenendo nel dibattito, l'avvocato dello Stato indiano, Gaurav Banerjee, ha criticato l'impostazione data da Salve che, a suo avviso, avrebbe ampiamente trattato la dimensione internazionale del caso, "dimenticandone però la fattualità". "Siamo convinti - ha aggiunto - di aver esercitato correttamente la nostra giurisdizione nella crisi seguita all'incidente e quindi pensiamo che le iniziative adottate dalle autorità del Kerala siano state quelle giuste". Banerjee ha quindi cercato di smontare le argomentazioni della difesa dei marò basate sull'applicazione della Unclos. "Pensiamo - ha detto rivolto al presidente del tribunale n.2 della Corte, Altamar Kabir - che l'invocato articolo 97 della Convenzione che riguarda gli incidenti della navigazione non si applichi al caso di presunto omicidio", come quello che riguarda la morte dei due pescatori indiani. Tornando alla questione della giurisdizione, Banerjee ha cercato di impressionare la Corte presentando un testo del professor Natalino Ronzitti della Luiss di Roma che, se pur complessivamente favorevole alle tesi italiane nella crisi della Enrica Lexie, apre uno spiraglio a possibili ragioni indiane.

Dopo aver sottolineato che la petroliera è stata fatta entrare nel porto di Kochi con un artifizio, lo studioso riflette sul fatto che "in questo caso le corti di 'common law', incluse le ex colonie britanniche, applicano il principio 'bene captus male detentus', cioé giudicano, pur se la cattura é avvenuta in violazione di leggi internazionali". E, aggiunge, l'India potrebbe applicare "la giurisdizione passiva, poiché i due pescatori uccisi erano di nazionalità indiana e la nave su cui si trovavano pure era indiana". Il dibattito continuerà domani con la fine dell'intervento di Banerjee e l'arringa dell'avvocato del Kerala. (ANSA).

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