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Ecologisti contro miniera sottomarina in Papua Nuova Guinea

Licenza ventennale a compagnia canadese

07 agosto, 19:57
Pesce dei mari della Papua  Nuova Guinea Pesce dei mari della Papua Nuova Guinea

  (ANSA) - ROMA, 7 AGO - Estrarre oro dai fondali marini: è la nuova frontiera dello sfruttamento delle risorse del sottosuolo che suscita preoccupazioni tra gli ecologisti. Da battistrada questa volta fa Papua Nuova Guinea, che ha concesso una licenza di esplorazione ventennale a una compagnia canadese.

La Nautilus Minerals, riporta il Gurdian, ha ottenuto il permesso di verificare se i fondali del mare di Bismark sono sufficientemente ricchi di oro o rame da renderne utile lo sfruttamento. Le prospezioni avvengono per ora in un'area di 1,6 kmq a 50 km dalla costa.

Gli ecologisti, che hanno dato vita alla campagna contro il Deep Sea Mining (DSM), giudicano l'iniziativa, molto negativamente. Temono infatti che se il "Progetto Solwara 1" avrà successo si avrà una corsa allo sfruttamento dei fondali marini, al quale sono interessate potenti multinazionali. Governi di Paesi poveri come PNG difficilmente possono dire di no quando vengono loro offerte grandi somme e non meno allettanti posti di lavoro. Secondo gli ecologisti circa un milione di chilometri quadrati di fondali marini nella regione dell'Asia-Pacifico sono attualmente dati in licenza a compagnie private. La Nautilus da solo ha licenze per 540mila kmq oltre che in PNG anche a Tonga, Figi e Nuova Zelanda. "PNG - ha detto Helen Rosenbaum, coordinatrice della campagna DSM - fa da cavia per le ricerche sottomarine, Le compagnie minerarie sono pronte a intervenire. E' uno sviluppo molto preoccupante anche perché i governi interessati sono spesso deboli, non hanno la capacità di controllare ciò che fanno le compagnie". (ANSA).

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