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Otto filiere e mezzo per dare al Green Deal un'anima industriale

Otto filiere e mezzo per dare al Green Deal un'anima industriale

Bruxelles in aiuto delle tecnologie per la transizione, dalle rinnovabili alla CCS. Ruolo anche per il nucleare

24 marzo 2023, 13:15

Redazione ANSA

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Otto filiere e mezzo per dare al Green Deal un 'anima industriale - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il pacchetto di risposta all’Inflation Reduction Act americano è pronto, fatta eccezione per il fondo di sovranità europeo, su cui si dovrebbe iniziare a discutere tra maggio e giugno, ha confermato alla stampa il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans presentando il piano “net-zero”. Dei quattro provvedimenti (allentamento dei vincoli sugli aiuti di Stato, riforma del mercato elettrico, strategia sulle materie prime critiche e strategia per l’industria net-zero) che per ora compongono il “piano industriale per il Green Deal”, quello su come sostenere lo sviluppo di filiere europee di tecnologie pulite è stato il più travagliato, con il via libera che ha richiesto una riunione supplementare del collegio dei commissari e testi top-secret fino alla presentazione ufficiale. Vediamo cosa contiene

Tecnologie
Diversamente dalle prime bozze circolate, spariscono i target per settori tecnologici e il nucleare non viene più considerata una delle tecnologie pulite le cui filiere potranno godere di sostegno diretto, che da nove nelle bozze diventano otto: solare fotovoltaico e termico, eolico onshore e offshore, batterie e stoccaggio, elettrolizzatori e celle a combustibile, biogas sostenibile e biometano, cattura e stoccaggio della CO2, tecnologie di rete. La capacità produttiva Ue di queste tecnologie dovrebbe “avvicinarsi o raggiungere” entro il 2030 almeno il 40% del fabbisogno annuo. Non si tratta di un obiettivo vincolante, ma di un parametro di riferimento per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni al 2030 e lo “zero-netto” entro metà secolo. Il nucleare non è incluso come tecnologia strategica, ma come "tecnologia net-zero", comunque da sviluppare, in particolare quello avanzato, cioè con minimi scarti del ciclo del combustibile e reattori modulari di piccole dimensioni.

Facilitare gli investimenti
Il regolamento migliorerà le condizioni per gli investimenti nelle tecnologie net-zero, riducendo l'onere amministrativo per la creazione di progetti e semplificando i processi di rilascio delle autorizzazioni. L’atto legislativo definisce due livelli di progetti che saranno agevolati. Il primo sono i progetti strategici Net-Zero, essenziali per rafforzare la competitività dell'industria Ue, includono le tecnologie strategiche. L’iter autorizzativo non deve superare i dodici mesi per gli impianti con una produzione annua superiore a 1 GW, e 9 mesi per quelli con una produzione annua inferiore a 1 GW. Il secondo livello è costituito dai progetti di produzione di tecnologia net-zero. Per questi ultimi la durata del processo di concessione dell'autorizzazione non deve superare i diciotto mesi per gli impianti con una produzione annua superiore a 1 GW e i dodici mesi per quelli con una produzione annua inferiore a 1 GW. Per le tecnologie per le quali la metrica GW non è pertinente, come le reti e le tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS) o di cattura e utilizzo del carbonio (CCU), dovrebbero applicarsi i limiti massimi delle scadenze di cui sopra. Il regolamento consente agli Stati membri di istituire sandbox normative per testare tecnologie innovative a zero emissioni e stimolare l'innovazione, in condizioni normative flessibili.

Cattura della CO2
L’Ue si dà un obiettivo annuale di 50 milioni di tonnellate di CO2 stoccate in siti strategici entro il 2030, con contributi proporzionali da parte dei produttori di petrolio e gas. L’analisi della Commissione è che è la mancanza di siti strategici a impedire la creazione di una filiera della cattura e stoccaggio del carbonio (CCS). Indicare l’obiettivo, si legge nella proposta, “eliminerà un importante ostacolo allo sviluppo della cattura e dello stoccaggio di CO2 come soluzione climatica economicamente sostenibile, in particolare per i settori ad alta intensità energetica difficili da abbattere”.

Competenze
La legge introduce nuove misure per garantire la presenza di una forza lavoro qualificata a sostegno della produzione di tecnologie net-zero nell'Ue, compresa la creazione di accademie industriali Net-Zero (tipo l’accademia delle batterie che funziona tra Francia e Spagna) con il sostegno e la supervisione della piattaforma Net-Zero Europe.

La piattaforma
Una piattaforma Net-Zero Europe aiuterà la Commissione e gli Stati membri a coordinare le azioni e scambiare informazioni, anche in merito ai partenariati industriali Net-Zero. La Commissione e gli Stati membri collaboreranno inoltre per garantire la disponibilità di dati per monitorare i progressi verso gli obiettivi del Net-Zero Industry Act.

La Banca dell’idrogeno
Per sostenere la diffusione dell'idrogeno rinnovabile all'interno dell'Ue e le importazioni da partner internazionali, la Commissione ha presentato anche le sue idee sulla struttura e sul funzionamento della Banca europea dell'idrogeno, destinata a coprire e ridurre il divario di costo tra idrogeno rinnovabile e combustibili fossili per i primi progetti. Bruxelles vuole raggiungere l’obiettivo attraverso un sistema di aste per la produzione di idrogeno rinnovabile per sostenere i produttori attraverso un pagamento a prezzo fisso per kg di idrogeno prodotto per un massimo di 10 anni. Le prime aste pilota sono attualmente in fase di progettazione e dovrebbero essere lanciate nell'autunno 2023, sostenute da 800 milioni di euro dal Fondo per l'innovazione.

Fondi
Governi e imprese potranno fare leva sulle risorse del Recovery fund e dei programmi Innovation Fund e InvestEu. E per il medio periodo viene confermata la necessità di "una risposta più strutturale alle esigenze di investimento" con la creazione del Fondo europeo di sovranità.

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