Per l’Ue accelerare l’autorizzazione per gli impianti rinnovabili è un'urgenza. La Commissione europea ricorrerà all'articolo 122 dei Trattati, lo stesso usato per gli interventi di emergenza sul mercato elettrico e del gas, per eliminare alcune delle barriere che rallentano i permessi per lo sviluppo dell'energia "pulita". L’obiettivo è avere norme cogenti che contribuiscano a “sostituire 14 miliardi di metri cubi di gas già l’anno prossimo”, per dirla con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
L’iniziativa risponde a una sollecitazione del vertice dei leader Ue del 20 e 21 ottobre. Il piano RePower EU già includeva misure per accorciare le procedure amministrative che ostacolano gli investimenti nelle energie rinnovabili e nelle relative infrastrutture. “Da allora – stima la Commissione – la situazione dei mercati energetici è peggiorata, e quindi sono necessarie misure urgenti”. Così arriva la nuova proposta, che si applicherà per un solo anno, a coprire il tempo necessario per l'adozione e il recepimento della direttiva sulle energie rinnovabili, attualmente in discussione.
In concreto, l’Esecutivo Ue propone di dare massimo un mese per il via libera del solare su tetti e palazzi, sei mesi per il ripotenziamento degli impianti di tutte le rinnovabili, tre mesi per la connessione alla rete delle pompe di calore. La Commissione torna a indicare che gli impianti di rinnovabili devono essere "presumibilmente" considerati “di interesse pubblico prevalente e al servizio della salute e della sicurezza pubblica”. La proposta era stata già avanzata nel Piano RePower EU, ma non entusiasma gli Stati. La discussione è ancora in corso, ma nella prima fase la presidenza ceca aveva presentato un pacchetto di emendamenti al RePower in cui l’articolo sull’interesse pubblico veniva cancellato del tutto. Le nuove regole, fanno notare fonti della Commissione, non sono una correzione di rotta, quanto un complemento di RePower EU.
L'Europarlamento voterà la sua versione del testo RePower EU in commissione Industria lunedì pomeriggio. C'è irritazione tra gli eurodeputati, che non diventerà tuttavia protesta ufficiale. Fonti parlamentari fanno notare che gli europarlamentari della commissione Industria, in testa il relatore per le rinnovabili Markus Pieper, avevano chiesto prima della pausa estiva un regolamento ad hoc sul permitting. Che è arrivato oggi, troppo tardi. Ora la Commissione e il Consiglio decideranno senza il Pe.
Con le nuove regole sarebbe possibile concedere deroghe alla valutazione d'impatto ambientale, anche se solo per due categorie molto specifiche di impianti solari: per l'installazione di pannelli solari sui tetti, e per piccoli impianti di capacità inferiore a 50 kW. "Le misure porterebbero chiarezza sulle scadenze vincolanti delle autorizzazioni - il commento di WindEurope in una nota - semplificherebbero il ripotenziamento dei parchi eolici e assicurerebbero che si presume che le energie rinnovabili siano di interesse pubblico prioritario". Critiche arrivano dalle associazioni ambientaliste. “L’aumento di scala delle energie rinnovabili è urgente e imperativo – scrive in una nota lo European Environmental Bureau – ma farlo a spese delle tutele ambientali e dei controlli democratici creerà una notevole incertezza giuridica e scatenerà controversie a livello locale”.
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