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Kerry in Europa cerca alleati per condizionare Cina e India, ma frena su tassa CO2 alle frontiere

Kerry in Europa cerca alleati per condizionare Cina e India, ma frena su tassa CO2 alle frontiere

Le perplessità sulla misura allo studio dell'Ue: prima viene Glasgow. Obiettivo Usa è ottenere di più dai partner asiatici

12 marzo 2021, 14:06

Redazione ANSA

ANSACheck

John Kerry a Bruxelles © ANSA/EPA

John Kerry, inviato per il clima del presidente Joe Biden, ha compiuto un tour nelle capitali europee – nell’ordine, Londra, Bruxelles e Parigi – per rilanciare le relazioni transatlantiche attraverso un’alleanza in vista della Cop26. Da quanto apprende Ansa, nei colloqui avuti con i leader, Kerry non ha fatto mistero di puntare sull’Europa e sulla Cop di Glasgow per stanare Cina e India sugli impegni per il clima. "Hanno discusso di molte cose, anche come convincere paesi come l'India e la Cina a mostrare abbastanza ambizione nella corsa fino a Glasgow", spiega una fonte vicina ai colloqui tenuti a Bruxelles.

"Esortiamo tutti i paesi a prendere le misure necessarie per mantenere un limite di temperatura di 1,5 gradi, anche attraverso impegni a zero emissioni nette entro il 2050", si legge nella dichiarazione congiunta di Kerry e della Commissione europea. La Cina ha un impegno al 2060. Al di là del lungo periodo, "visto il nuovo piano quinquennale cinese che davvero pare poco ambizioso sul fronte della riduzione delle emissioni, credo si faccia ancora più forte il bisogno di una introduzione congiunta Ue-Usa del meccanismo di aggiustamento della CO2 alle frontiere”, è l’analisi di Simone Tagliapietra del Bruegel. Ovvero il dazio calcolato sul tenore di carbonio di alcuni prodotti, che questa settimana ha ricevuto il sostegno dell’Europarlamento (vedi articolo in questa Newsletter).

Anche se, parlando con il Financial Times Kerry ha raffreddato gli entusiasmi: la tassa è "una risorsa di ultima istanza", che sarebbe meglio non presentare prima di Glasgow, ha dichiarato al quotidiano finanziario. La Cop, ha aggiunto, sarà “il momento in cui ci riuniamo con un accordo su ciò che faremo” e il meccanismo immaginato dall'Ue "non è necessario", oltre a creare perplessità per le sue implicazioni "sulle relazioni economiche e commerciali".

Una marcia indietro, se è vero che "durante la campagna elettorale, il presidente Biden si è impegnato a imporre tasse o quote ai confini sui beni ad alta intensità di carbonio per prevenire la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio nei paesi con standard climatici inferiori", ricorda Brendan Guy, del National Resources Defense Council (Nrdc) americano. "L'agenda politica 2021 del Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti, recentemente pubblicata – prosegue – prende in considerazione queste ipotesi e nel Congresso c’è una discussione bipartisan in corso".

La Commissione va avanti. "Nei nostri colloqui con Kerry abbiamo toccato l'argomento, abbiamo spiegato che è per tutelare le nostre imprese a fronte di impegni per il clima più gravosi", dice all'Ansa il portavoce per l'azione climatica Tim McPhie. Che conferma che il Cbam sarà nel pacchetto clima di giugno.

Si lavora con i partner commerciali. Lunedì il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans parlerà con Xie Zenhua, l'omologo cinese di Kerry. Non è solo Bruxelles a tessere la tela della diplomazia climatica Ue.

Per la Francia, presidenza di turno nel primo semestre 2022, la tassa sulla CO2 alle frontiere è priorità. "Non so quali sono le intenzioni degli Usa, ma noi stiamo già lavorando, parlando non solo con gli americani, ma anche con gli altri partner commerciali – racconta il presidente della Commissione ambiente dell’Europarlamento Pascal Canfinper spiegare che il nostro meccanismo sarà compatibile con il Wto"

Per saperne di più si dovrà attendere il 22 aprile, il summit dei leader sul clima organizzato da Joe Biden. Entro quella data "l'amministrazione – riprende il discorso Guy – si è impegnata ad adottare un obiettivo di emissioni 2030 ambizioso e ci aspettiamo un obiettivo allineato con il raggiungimento della neutralità climatica prima del 2050".

Intanto Biden procede con lo stimolo economico. "Per rispettare gli obiettivi Zero Emissions, e favorire la transizione verso la green economy - dice Lucio Miranda, Presidente di ExportUSA, società di consulenza export specializzata nel mercato americano - gli Stati Uniti prevedono un massiccio programma di investimenti, mille miliardi di dollari", con le imprese europee che "saranno protagoniste nel fornire il know how e la strumentazione di cui l'America é carente".

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