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Andreas Schwab: le Big Tech accetteranno le norme europee

Andreas Schwab: le Big Tech accetteranno le norme europee

Eurodeputato tedesco, il Digital Market Act regolerà il mercato, nessun ostacolo per le nostre Pmi

06 novembre 2020, 22:01

Redazione ANSA

ANSACheck

L 'eurodeputato tedesco del Ppe, Andreas Schwab - RIPRODUZIONE RISERVATA

BRUXELLES - Il Digital Market Act colpirà le Big Tech. E la Silicon Valley non potrà far altro che accettare le regole imposte dall’Ue. Dopo anni di discussione a Bruxelles, "oggi finalmente si fa": l’Europa avrà per la prima volta uno strumento per la concorrenza con "regole chiare" per le grandi piattaforme digitali. Con un’avvertenza: "non vogliamo creare alcun ostacolo per le Pmi che vorranno crescere" e innovare. A parlare all’ANSA del pacchetto composto da Digital Service Act (Dsa) e Digital Market Act (Dma) – che la Commissione Ue presenterà il prossimo 2 dicembre – è l’eurodeputato tedesco dei Popolari Andreas Schwab, membro della Commissione per il Mercato interno e con una lunga carriera al Parlamento Ue.

"I motori di ricerca sono le vere macchine da soldi" online, spiega Schwab, sottolineando che "tutte le grandi aziende del settore sono pronte ad accettare le regole ex ante" dell’Ue, anche perché "non hanno altra scelta". Il pacchetto normativo rappresenta un passo fondamentale per "definire meglio le regole" e garantire "equità" quando ancora "il mercato non è già stato distrutto" dall’attività di un gatekeeper, evidenzia l’eurodeputato che in Germania appartiene all’Unione cristiano-democratica (Cdu) guidata da Angela Merkel. Le risposte dalle Big Tech, spiega, stanno già arrivando: basti pensare a Google che, forse anche in vista delle nuove norme, ha già messo le mani avanti annunciando che farà lo split-up dei suoi servizi di ricerca separando le attività di YouTube. Schwab, però, si schiera dalla parte della vicepresidente della Commissione Ue, Margrethe Vestager, sull’idea promossa dal commissario francese Thierry Breton di introdurre le separazioni strutturali delle piattaforme tra le misure sanzionatorie nel caso in cui si verifichino condotte sleali. "Il Parlamento sarebbe probabilmente a favore, ma la decisione sarà di Vestager e bisogna pensare che Google farà già quest’anno questo split-up da solo. Estromettendo YouTube, il problema sarà più piccolo". Quindi, meglio "regolare prima" i giganti del web. Con il Digital Market Act, chiarisce poi Schwab, "il Parlamento Ue non vuole che si creino problemi alle Pmi per le transazioni in Europa. Google o Amazon non hanno incontrato ostacoli dieci anni fa e non vogliamo che ne abbiano altre piattaforme europee".

Se però le regole per una concorrenza più equa raccolgono consensi condivisi, Schwab prevede che il dibattito più spinoso sarà quello sulle responsabilità legali delle Big Tech per i contenuti che circolano sulle loro piattaforme. Un tema al centro del Digital Service Act, cuore del pacchetto su cui l'esecutivo Ue è impegnato. "Queste piattaforme possono continuare a lavorare con successo ma devono assumersi le proprie responsabilità", sottolinea Schwab, spiegando come – a causa della mancanza di una chiara regolamentazione e di alcune sentenze della Corte Ue – finora chi si è assunto una parte di responsabilità sui contenuti è finito per trovarsi in una posizione di svantaggio rispetto a chi ha girato la testa dall’altra parte. "Non vogliamo che le piattaforme decidano come trattare i contenuti, siamo noi al Parlamento a deciderlo – scandisce l’eurodeputato –. È una questione delicata perché si entra nell’area della libertà d’espressione e non è facile per noi specificare i casi" in cui i contenuti debbano essere o meno rimossi. "Però – aggiunge – le cose devono cambiare rispetto a ora. E questo vuol dire che le piattaforme devono attuare un controllo tramite filtri tecnici. Che chiaramente andranno a loro volta supervisionati" per verificare a chi sono in mano. "Noi – prosegue Schwab – non pensiamo che così si distrugga la libertà d’espressione, ma questo sarà il problema più spinoso, anche perché non possiamo più aspettare mesi prima che un giudice si esprima per esempio sulla diffusione di un contenuto terroristico".

Dopo la regolamentazione nel digitale, l’Europa dovrà pensare a investire le risorse del Recovery Fund. "I governi nazionali dovranno scegliere" dove farlo "ascoltando la scienza e le imprese che meglio sanno dove la tecnologia è più utile. In alcuni campi come la salute, l’intelligenza artificiale è importante, mentre ci sono aree dove servirà migliorare la connettività", spiega l’eurodeputato tedesco, sottolineando che la scelta degli investimenti dovrà essere fatta "nella pratica" e non con "regole europee" che indichino le priorità per ogni settore. In Italia, ha proseguito Schwab, la possibilità di creare una rete unica per la fibra "potrebbe permettere al Paese di sviluppare la connettività ovunque". Per questo, "bisogna essere realisti" sul progetto di fusione delle reti di Tim e Open Fiber. "È necessario – evidenzia – fare attenzione alla concorrenza, e quindi si potrebbe chiedere all’Italia di attuare un controllo speciale, ma bisogna anche trovare il modo per sviluppare la rete veloce ovunque".

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