Nell'articolo, in prima pagina, si cita come fattore divisivo il tema dei migranti "cavalcato dai partiti populisti e quelli di estrema destra" che "giocano sulle paure della gente con slogan semplicistici e senza soluzioni". Al centro della politica europea, scrive il giornalista, adesso c'è una sorta di "internazionale populista tra Roma e Varsavia e che passa da Budapest", e che rappresenta un "avversario dentro l'Unione, che fa paura a tutti, alla Commissione e al Parlamento". Tale avversario è riuscito ad imporsi rispetto ai partiti classici al potere "che non sono stati in grado di rispondere alle domande dei cittadini". Ed è in questa prospettiva che Le Soir conclude affermando che "se le parole di Salvini possono a volte essere "eccessive" o "ignobili", non si può "non dimenticare l'enorme responsabilità che hanno avuto i partiti tradizionali".
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