Un discorso, ancora in fase di limatura, in cui è lecito attendersi che Juncker esprima la sua personale preferenza su quale scenario per il futuro dell'Unione post-Brexit, tra i cinque previsti dal Libro bianco della Commissione pubblicato a marzo. La sensazione, a Bruxelles, è che questo sia il momento giusto per spingere sull'acceleratore di una riforma interna dell'Ue, attenti allo stesso tempo a non acuire le divisioni Est-Ovest.
Tra i temi caldi che circolano ormai da mesi e su cui è possibile attendersi novità c'è ad esempio quello della riforma dell'eurozona per la quale si parla dell'istituzione di un vero e proprio ministro delle Finanze europeo. Attesa domani anche ampia documentazione su prossime iniziative legislative, dal commercio alla cybersecurity, dall'industria a un 'pacchetto democrazia' su vari temi.
Risalta in ogni caso la differenza di umore, nei palazzi delle istituzioni, tra la situazione in cui si tenne il discorso del settembre scorso, due mesi dopo il referendum sulla Brexit e alla vigilia di un anno elettorale che lasciava presagire possibili vittorie di partiti euroscettici in Austria, Olanda e Francia. Un clima ottimista, quello invece di quest'anno, che si rifletterà nel discorso di Juncker.
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