"Il Consiglio dell'Ue, con pratiche che impediscono l'esame dei progetti di legge, mina il diritto dei cittadini di chiedere conto ai propri rappresentanti eletti", spiega O'Reilly.
L'ombudsman chiede al Consiglio dell'Ue - che ha tempo fino al 9 maggio per rispondere - di registrare sistematicamente le posizioni dei Paesi durante i lavori e agli incontri degli ambasciatori dei 28 (Coreper), rendendo disponibili i documenti al pubblico, in modo tempestivo. Inoltre chiede criteri chiari per l'uso del protocollo di riservatezza.
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