Mamisch ha quindi chiesto il riconoscimento del divorzio in Germania e lo ha ottenuto davanti al Tribunale regionale superiore (Oberlandesgericht) di Monaco di Baviera, che ha applicato il regolamento 'Roma III'. La signora ha contestato il provvedimento e lo stesso Tribunale ha adito la Corte di giustizia europea.
L'avvocato generale, il cui parere non è vincolante per la Corte che però normalmente segue il suo orientamento giuridico, ha innanzitutto ritenuto che "contrariamente a quanto assunto dal legislatore tedesco, il regolamento 'Roma III' non ricomprende i divorzi pronunciati senza una decisione con effetto costitutivo emessa da un'autorità giurisdizionale o autorità pubblica, come il divorzio risultante dalla dichiarazione unilaterale di un coniuge registrata da un tribunale religioso". Ed osservando che, in realtà il regolamento non è applicabile perché il tribunale religioso non appartiene ad un paese, ma ha anche osservato che "il diritto siriano non conferisce alla moglie le medesime condizioni di accesso al divorzio concesse al marito". Una circostanza considerata "discriminatorio" e quindi, in quanto tale, non permette alle autorità degli stati membri di riconoscere i divorzi religiosi ottenuti in questo modo. Caso che, secondo fonti della Corte, si potrebbe applicare anche ai tribunali della sharia presenti ad esempio in Gran Bretagna.
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