Fino ad oggi sono stati compiuti progressi, ha sottolineato Goicochea, precisando che il capitolo sul commercio è "quasi completato", e quello sulla cooperazione è "molto avanzato". Sul terzo capitolo, quello sul dialogo politico, "abbiamo cominciato a capire dove sono le nostre differenze", ha spiegato infine la rappresentante diplomatica.
Malgrado il disgelo tra Cuba e Usa, però, l'embargo c'è ancora, per cui L'Avana presenterà martedì prossimo alle Nazioni Uniti la risoluzione sulla necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto da Washington all'isola. Sarà la 24/a volta consecutiva che Cuba sottoponga alla considerazione dell'Assemblea generale Onu questa risoluzione. Ma quest'anno il voto degli Usa potrebbe essere diverso. "Il presidente Barack Obama ha detto pubblicamente che lui è a favore di rimuovere l'embargo, potrebbe succedere pertanto che questa volta ci sia un voto di astensione", ipotizza l'ambasciatore di Cuba a Bruxelles, Norma Goicochea.
Ma, avverte subito dopo, "ciò che gli Stati Uniti voteranno martedì solo Obama lo sa, io non ho la sfera di cristallo". La sola cosa certa è che finche' ci sarà il blocco sull'isola, Cuba continuerà a presentare la risoluzione all'Onu. "Se gli Stati Uniti levano l'embargo, smetteremo di presentarla - aggiunge la rappresentante diplomatica in Belgio - ma se l'embargo non è rimosso, non viene restituito all'Avana il territorio occupato dalla base militare di Guantanamo e non c'è una normalizzazione delle relazioni, continueremo a presentarla". La prima volta che se ne è dibattuto all'Onu, nel 1992, solo 59 paesi appoggiarono Cuba, mentre l'anno scorso - ricorda Goicochea - sono stati 188 (dei 193 membri dell'Onu), due hanno votato contro (Stati Uniti e Israele) e tre si sono astenuti. L'embargo, vigente da decenni e la cui revoca dipende dal Congresso Usa, "si mantiene intatto - denuncia l'ambasciatore - recando un danno al paese, alla popolazione e alla economia cubana", stimato dai cubani in 833,755 miliardi di dollari.(ANSA)
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