Difesa dell'incolumità e della
privacy dei cittadini, numero di matricola, esigenze tecniche
specifiche: il Parlamento Ue ha approvato oggi le prime regole
comuni per i droni di uso civile, un mercato in grande crescita
in tutto il pianeta. La normativa approvata oggi, figlia
dell'accordo raggiunto a fine novembre con il Consiglio Ue,
riguarda i droni di peso inferiore ai 150 kg, ossia la
grandissima maggioranza di quelli in commercio, e ha l'obiettivo
di dettare le prime norme comuni in tutta la Ue, in modo da
facilitare il lavoro a fabbricanti, distributori e venditori, e
di garantire la sicurezza per consumatori e cittadini.
Nel quadro della nuova normativa comunitaria, un ruolo
centrale viene assegnato alla Commissione Ue, incaricata di
definire le esigenze tecniche specifiche. Tra queste indicare
quali droni dovranno avere la funzione di limitazione
altimetrica, i meccanismi per evitare le collisioni, lo
stabilizzatore in volo o l'atterraggio automatico.
Agli Stati membri spetterà, invece, creare un sistema di
registrazione e di identificazione individuale, una sorta di
targa, per quei droni che possono creare dei danni significativi
alle persone o che possono presentare un rischio di violazione
della privacy o una minaccia per l'ambiente.
Secondo i dati della Commissione Ue, i droni civili potranno
arrivare a rappresentare da qui al 2050 il 10% del mercato
dell'aviazione civile della Ue con un impatto positivo
sull'occupazione stimato in 150 mila nuovi posti di lavoro e un
giro di affari di 15 miliardi di euro all'anno.
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