Ai dipendenti di Ryanair, anche se società di diritto irlandese, si applica infatti la legislazione del "Paese in cui cui svolgono abitualmente il loro lavoro", in base a quanto ha stabilito la Corte di giustizia Ue lo scorso settembre. Questo, ha sottolineato la Commissione Ue, "permetterà ai lavoratori di risolvere le dispute con il loro datore di lavoro nei tribunali a loro più vicini". Per i piloti con base in Italia, seguendo questo principio, vale quindi la legislazione del lavoro italiana per cui sono competenti i giudici italiani. La Corte Ue aveva infatti respinto il legame con la nazionalità della compagnia aeree portato avanti invece dalla difesa di Ryanair.
Non ci sono regolamenti Ue in materia di trasporti, invece, che siano di applicazione nel caso dei rapporti tra lavoratori e azienda, anche se tra le buone pratiche sulla gestione del traffico aereo presentate dalla Commissione Ue lo scorso giugno veniva sottolineata l'importanza del dialogo sociale.
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