Va garantita la continuità degli
investimenti Ue nei grandi progetti infrastrutturali anche dopo
la fine dell'attuale programmazione finanziaria che arriva sino
al 2020. Anche perché resta un gap da 750 miliardi di euro sino
al 2030 per completare la realizzazione delle reti europee. E'
la richiesta emersa al termine del Consiglio Ue trasporti
informale a Tallinn.
"La Connecting Europe Facility deve continuare a fornire
investimenti a lungo termine anche in futuro", ha affermato la
ministra estone dell'economia Kadri Simson, sottolineando che
"la stabilità degli investimenti futuri nel corso del tempo è
cruciale per finalizzare i progetti delle reti Ten-T entro il
2030". "Tutti vogliono continuare con il finanziamento di tipo
Cef, perché ha dimostrato di essere efficace", ha dichiarato la
commissaria Ue ai trasporti Violeta Bulc, ricordando che i 22,54
miliardi Ue impegnati entro il 2017 ne mobiliteranno oltre 46,7
di investimenti complessivi nell'Ue. Mancano però, ha ribadito
la commissaria, "750 miliardi di ulteriori investimenti nelle
reti 'core' che valgono 1.500 miliardi di investimenti"
complessivi tra tutte le reti.
In questo settore deve entrare maggiormente in gioco anche il
Piano Juncker, con cui "finora non è stato finanziato nessun
grande progetto Ue". E' quanto chiede uno dei rappresentanti
italiani al Comitato economico e sociale europeo, Alberto
Mazzola, ricordando che lo stesso Cese "con 500 miliardi ha
proposto di sostenere progetti europei di larga scala con i
moltiplicatori più alti come il sistema di controllo del
traffico aereo Sesar, quello per il traffico ferroviario Ertms,
la banda larga".
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