Le "linee rosse" fissate
dall'Italia sulla questione dello status di economia di mercato
alla Cina sono state rispettate dai 28, e ora il processo
legislativo Ue per proteggere dal dumping le imprese ma senza
incorrere nelle sanzioni del Wto può procedere. "Siamo
soddisfatti perché dopo una battaglia che sembrava solitaria
sono state recepite alcune nostre tesi sull'antidumping", in
quanto "nel testo che andrà in trattativa con il Parlamento
europeo si parla dei cinque parametri in base a cui si può
definire tale un'economia di mercato", ha affermato il
sottosegretario al commercio internazionale Ivan Scalfarotto a
margine del Consiglio Ue commercio. Questo ha fatto il punto
sull'adozione avvenuta la scorsa settimana da parte dei 28 della
posizione negoziale comune sulla nuova metodologia antidumping
che supera il sistema in vigore della 'lista nera' dei Paesi non
a economia di mercato. Il negoziato che si dovrà aprire tra
Consiglio, Parlamento e Commissione Ue, tra l'altro, ha
sottolineato Scalfarotto, "offre ulteriori spazi di
miglioramento". L'Italia nella sua battaglia era sola contro gli
altri 27, ha ricordato il sottosegretario, ma con la sua
battaglia è "riuscita a stabilire che non possono essere
considerate economie di mercato quelle che non lo sono". La
lista di esempi di distorsione del mercato che la Commissione Ue
dovrà ora seguire nel redigere i suoi rapporti su settori
produttivi specifici o Paesi - di sua iniziativa o su
sollecitazione di stati membri o industria - riprende infatti i
5 criteri che erano quelli che finora definiscono un'economia di
mercato. In questi casi di distorsione maggiore, si applicherà
direttamente una procedura di calcolo di dazi antidumping
rafforzati. Il nuovo sistema, quindi, che "supera il tema del
riconoscimento di economia di mercato legato ai singoli Paesi"
ma ingloba le modifiche volute dall'Italia, ha spiegato
Scalfarotto, "ci consente ora di sbloccare questo passaggio".
L'Italia, infatti, prima del via libera dello scorso mercoledì,
aveva bloccato la precedente posizione dei 28, fino
all'accoglimento delle sue richieste nel nuovo compromesso.
Appena le nuove regole Ue sulla metodologia per il calcolo
dei dazi antidumping entreranno in vigore, l'intenzione di
Bruxelles è che sin dal primo giorno siano già pronti e
disponibili pubblicamente per industria e stati membri i
rapporti su Paesi e settori 'incriminati'. L'ordine con cui
questi verranno preparati, spiegano fonti Ue, sarà basato
sull'attuale regolamento e sui casi già aperti. Di conseguenza
la Cina e il settore dell'acciaio, già nel mirino in modo
maggioritario dai procedimenti antidumping Ue, saranno tra i
primi a essere oggetto di un rapporto della Commissione. Questi
ultimi saranno fattuali e descriveranno la situazione economica
del Paese o del settore produttivo, e le circostanze in cui una
certa metodologia di calcolo dei dazi più robusta potrebbe
applicarsi. Rispetto alla proposta dell'esecutivo comunitario,
spiegano ancora le fonti, le misure concordate dal Consiglio -
che devono ancora passare attraverso il negoziato con
l'Europarlamento prima di essere definite e definitive - non
presentano cambiamenti di fondo significativi ma fanno chiarezza
su alcuni dettagli.
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