L'Europa "vede i rischi" di una
Cina che "sta diventando un membro più integrato della comunità
globale" e questo da una parte implica che Pechino "deve
accettare anche i doveri e non solo i benefici" del suo nuovo
status, dall'altra significa che l'Europa "deve assicurarsi di
agire per proteggere la nostra industria da pratiche commerciali
sleali". Quindi "la Cina deve fare significativi e verificabili
tagli alla sovraccapacità industriale, in particolare nel
settore dell'acciaio, ma anche in quelli dell'alluminio, delle
ceramiche e dei prodotti a base di legno". Lo ha detto l'alto
rappresentante per la politica estera, Federica Mogherini,
presentando alla plenaria del Parlamento europeo la nuova
strategia Ue-Cina, lanciata alla fine di giugno, che tra gli
obiettivi ha quello di "chiudere un accordo sugli investimenti
ambizioso e complessivo" ma prevede anche il rafforzamento degli
strumenti di difesa commerciale aggiornando la proposta della
Commissione del 2013. Per gli investimenti, nella strategia è
incluso "un contributo della Cina al piano di investimenti per
l'Europa", per attività di ricerca comuni e per la connessione
del continente euroasiatico tanto fisico quanto digitale allo
scopo di facilitare sia commercio e investimenti sia il flusso
delle persone. Come passo successivo, la strategia prevede "un
accordo di libero commercio" quando saranno stati conclusi tanto
l'accordo sugli investimenti quanto "la messa in atto di riforme
che mettano sulle stesso piano le compagnie nazionali e
straniere".
A Strasburgo Mogherini ha sottolineato che "l'ambiente della
sicurezza dell'Asia ora appare più instabile di qualche anno fa
ma la Cina ha anche cercato una cooperazione più forte con altre
potenze mondiali, compresa la Ue, su molte questioni globali".
"Noi - ha aggiunto l'alto rappresentante - abbiamo interesse
in una Cina aperta, stabile e cooperativa. Ma anche la Cina ha
un grande interesse ad avere buoni rapporti con la Ue. Siamo i
maggiori partner commerciali e siamo un importante 'security
provider' in Asia, dall' Afghanistan alle Filippine".
"Mentre ci concentriamo sulle opportunità, questo non
significa che non vediamo i rischi di questa nuova fase.
Sappiamo tutti molto bene che stiamo andando verso un momento
delicato delle nostre relazioni commerciali".
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