Più flessibilità e norme comuni
sull'Iva per gli Stati, agevolazioni e meno burocrazia per le
pmi. Sono le ultime misure messe sul tavolo oggi dalla
Commissione europea nel cammino di revisione delle norme sulla
tassa, per ridurre le frodi transfrontaliere, che oggi ammontano
a circa 50 miliardi di euro all'anno, sostenendo le imprese e
assicurando entrate statali. Quella della flessibilità sull'Iva,
è una "misura" di libertà ha insistito il commissario Ue
all'Economia Pierre Moscovici presentando il pacchetto.
Con l'introduzione delle nuove norme, la raccolta dell'Iva nei
Ventotto sarebbe applicata in modo più armonico. Accanto a
un'Iva standard minima del 15%, gli Stati potrebbero ora fissare
due aliquote ridotte distinte, comprese tra il 5% e l'aliquota
ordinaria scelta dallo Stato; una tariffa ridotta compresa tra
lo 0% e le aliquote ridotte; e un'esenzione dall'Iva (a "tasso
zero"). L'unica eccezione alle tariffe ridotte è una lista di
beni e servizi stabilita da Bruxelles, tra cui figurano tra gli
altri armi, alcolici e tabacco.
Agevolazioni comuni arrivano anche per le piccole medie
imprese. Mentre ora sono esentate dall'Iva solo le pmi che
commerciano in ambito nazionale e non superano una certa soglia
di fatturato annuo, che varia da un Paese all'altro, la
Commissione Ue ha deciso di stabilire una una soglia di entrate
di 2 milioni di euro in tutta l'Unione europea per accedere a
misure di semplificazione.
Le pmi che beneficiano di un'esenzione dall'Iva potranno
essere esentate anche dagli obblighi burocratici relativi
all'identificazione. Inoltre, una soglia di fatturato di 100mila
euro consentirebbe alle società che operano in più di uno Stato
membro di beneficiare dell'esenzione dalla tassa.
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