(ANSA) - ROMA, 18 SET - Alla fine di una lunga giornata di
cortocircuiti comunicativi, smentite, conferme e telefonate tra
cancellerie, il vertice sul lavoro e la crescita, chiesto con
forza nell'ultimo consiglio europeo da Matteo Renzi e Francois
Hollande, si farà. La data dell'8 ottobre non è più certa ma il
premier italiano è determinato a svolgere un summit ad hoc su
come rilanciare l'occupazione in Europa e far ripartire la
crescita che, a suo avviso, è soffocata dall'austerità e dalla
politica economica europea.
Non era nato sotto una buona stella il vertice sulla crescita
che Matteo Renzi e Francois Hollande avevano chiesto con forza
al consiglio Ue del 30 agosto, incontrando resistenze e dubbi
della Germania e dei paesi rigoristi. Nella cena, che aveva
incoronato Federica Mogherini Lady Pesc, la cancelliera Angela
Merkel ed altri paesi si erano opposti ad un summit ad hoc sulla
crescita, obiettando che ad inizio ottobre il piano degli
investimenti di Juncker da 300 miliardi ancora non sarebbe stato
operativo visto che la nuova commissione entrerà in funzione a
novembre. Il rischio di un danno di immagine per un vertice
senza decisioni, a fronte delle tante iniziative Ue già in
agenda, aveva fatto sì che nelle conclusioni del consiglio si
decidesse di fare ad ottobre in Italia una conferenza che
tenesse insieme crescita e occupazione.
Ieri, per 45 minuti, il summit è sparito definitivamente
dall'agenda dei leader europei quando il sottosegretario agli
Esteri Benedetto Della Vedova, per un cortocircuito
comunicativo, ha annunciato a Strasburgo che la conferenza era
stata rinviata. E sia da Parigi, tramite il portavoce del
governo, sia fonti ufficiose di Berlino confermavano che il
vertice era stato rinviato per problemi di agenda.
Palazzo Chigi, però, subito dopo smentisce il suo
sottosegretario e conferma il summit dell'8 ottobre. Il vertice
sul lavoro e crescita, spiegano ambienti di governo, non è mai
stato in dubbio ma il problema era sincronizzare le agende dei
capi di stato e di governo. E un cortocircuito diplomatico
dentro il governo ha determinato l'uscita di Della Vedova.
Se anche il giallo sia stato motivato da tentennamenti del
premier Matteo Renzi sul fare o meno la conferenza, a fine
giornata tutti i dubbi erano sciolti. Anzi, il premier italiano
è determinatissimo, spiegano fonti di governo, a fissare, se non
l'8 nei giorni successivi, il vertice in Italia. Anche perchè
sul tavolo del summit ora il premier italiano è convinto di
avere un asso da calare: il jobs act che arriverà in parallelo
alla legge di stabilità perchè da ieri, dopo il suo discorso
alle Camere, per il premier è arrivato forte e chiaro ai
partiti, e al Pd in primis, la sua volontà di chiudere la
riforma del lavoro. "O il Parlamento agisce o ci muoviamo con un
decreto" è l'aut aut del presidente del consiglio che oggi
nell'emendamento presentato da governo, pur senza entrare nel
noto dell'art.18, ha chiarito che il contratto a tutele
crescenti deve essere il cuore della riforma del lavoro. E come
il premier è pronto in Ue a sfidare i cultori del rigore, in
Italia Renzi non ha paura degli attacchi nè delle minacce dei
sindacati.(ANSA).
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