Nonostante i progressi in alcune
regioni europee, il mercato unico dell'energia (la cui
produzione e uso conta per il 79% delle emissioni Ue) non è
stato ancora realizzato e gli obiettivi per la riduzione delle
emissioni di gas a effetto serra entro il 2030 e il 2050 non
verranno raggiunti "se non vi sarà un maggiore e significativo
impegno in tal senso".
E' quanto afferma la Corte dei conti europea, in un'analisi
dell'azione dell'Ue su energia e cambiamenti climatici. Gli
audit, spiega una nota della Corte, hanno "riguardato in misura
limitata alcuni settori fondamentali", ma hanno comunque
rilevato "ostacoli agli investimenti" per le rinnovabili, un
progresso troppo lento nelle politiche sui trasporti a basse
emissioni e problemi sulla "prevenzione, protezione e risposta"
a fenomeni meteo estremi come le alluvioni.
L'analisi della Corte individua sette principali sfide:
governance dell'energia e dei cambiamenti climatici,
elaborazione e attuazione delle politiche sulla base di dati
concreti, transizione energetica, ricerca e innovazione,
pianificazione e gestione dell'adattamento ai cambiamenti
climatici, il deficit di investimenti e il coinvolgimento dei
cittadini dell'Ue.
La Ue si è impegnata a ridurre le emissioni inquinanti causa
dell'effetto serra del 20% e del 40% entro, rispettivamente, il
2020 e il 2030. Per il 2050, l'Ue punta a ridurre le emissioni
dell'80-95% rispetto al 1990.
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