"Il gasdotto South Stream è stato discusso in modo regolare tra gli stati membri interessati e la Commissione" e questa, ha ricordato Sefcovic, "ha ospitato diversi incontri finalizzati a trovare una soluzione a questo progetto che fosse pienamente compatibile con la legislazione Ue". Proprio un anno fa è infatti arrivato uno stop da Bruxelles agli accordi bilaterali intergovernativi tra Russia, South Stream e i paesi Ue (Bulgaria, Ungheria, Grecia, Slovenia, Croazia, Austria più Serbia) in cui dovrebbe passare il gasdotto in quanto non rispettavano le norme Ue in materia, in particolare su unbundling, prezzi e accesso alle infrastrutture. C'era quindi un rischio di apertura di procedure d'infrazione nell'ambito del terzo pacchetto Ue energia. E' da allora che la Commissione si è offerta da mediatore e consulente per cercare di arrivare a una soluzione legale, organizzando una serie di incontri tecnici tra le parti. Ora, alla luce delle dichiarazioni del presidente russo Vladimir Putin di cancellare il progetto, "questo nuovo sviluppo - ha aggiunto Sefcovic - sarà ovviamente un elemento ulteriore che discuteremo nell'incontro" fissato per il prossimo martedì.
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