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Juncker, crescita in ritardo ma Italia non è rischio

Juncker, crescita in ritardo ma Italia non è rischio

Francia-Germania non bastano per Ue, serve l'Italia

01 aprile 2019, 09:07

Redazione ANSA

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Juncker, crescita in ritardo ma Italia non è rischio - fonte: ANSA/RAI1 - RIPRODUZIONE RISERVATA

ROMA - "Penso che l'Italia sappia quali sono i suoi problemi: la crescita in Italia è in ritardo rispetto a quella europea da 20 anni a questa parte ma dire che è un rischio" per l'economia mondiale come ha fatto il Fmi "è un'esagerazione, malgrado il debito pubblico sia preoccupante". Lo afferma il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker intervistato da Fabio Fazio a Che tempo che fa.

Il Fondo Monetario Internazionale ha detto più volte che l'Italia può essere un rischio per l'economia mondiale. "Lei condivide?", ha chiesto Fazio a Juncker. "Non andrei così lontano - ha risposto il presidente della Commissione Ue -. Non mi piacciono i discorsi profetici, perché rischiano di avverarsi. Penso che l'Italia sappia quali sono i suoi problemi. La crescita italiana è in ritardo rispetto all'Europa, da vent'anni a questa parte. Bisognerà dunque che l'Italia torni a scoprire gli strumenti che le permetteranno di rilanciare la propria crescita, ma dire che l'Italia costituisce un rischio mi sembra un'esagerazione, anche se i livelli del debito pubblico sono pericolosamente alti. Il 130% è uno dei livelli di debito pubblico più alti al mondo e bisognerà correggerlo, ridurlo".

"Senza l'Italia, la Germania e la Francia non esisterebbero. Ho sempre pensato che senza il motore franco-tedesco, che ogni tanto tossisce, l'Europa non possa costituirsi. Se la Germania e la Francia si ritenessero capaci di costruire l'Europa da sole, ebbene non funzionerebbe, ci vogliono anche le mani piccole, e le mani degli italiani sono assai grandi". Lo ha detto il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker intervistato da Fabio Fazio a Che tempo che fa rispondendo alla domanda se secondo lui il peso decisionale di Francia e Germania sulle scelte europee non fosse eccessivo.

 

 

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