BRUXELLES - Lo stop al Ceta, l'accordo di libero scambio tra Ue e Canada, avviene quando c'è un fallimento della sua ratifica "in modo permanente e definitivo". E' quanto prevede la decisione dei 28 presa nell'ottobre 2016. La palla, in quel caso, non sarebbe più nelle mani della Commissione Ue ma del Consiglio, che dovrebbe determinare se c'è o meno un 'punto di non ritorno' o se ci fossero ulteriori margini di manovra. A livello Ue - sia di Consiglio che di Europarlamento - il Ceta è già stato ratificato, mentre sono in corso i processi di ratifica nazionale che sono stati portati a termine da 10 Paesi su 28.
Al momento, quindi, il Ceta è in vigore solo in modo provvisorio per circa il 95% dei suoi articoli, lasciando fuori la parte sugli investimenti su cui si era espressa contro la Vallonia e che il Belgio ha portato davanti la Corte di giustizia europea. "Se la ratifica del Ceta fallisce in modo permanente e definitivo a causa di una sentenza di una corte costituzionale, o a seguito del completamento di altri processi costituzionali e di notifica formale da parte del governo dello stato coinvolto, l'applicazione provvisoria deve e sarà terminata", mentre "i passi necessari saranno presi in accordo con le procedure Ue", si legge nel testo dell'ottobre 2016.
Inoltre, fanno notare a Bruxelles, la lista delle indicazioni geografiche tutelate dal Ceta, che ne include 143 di cui circa un terzo italiane (41), è per sua natura sempre aperta, quindi modificabile. Questa, già come è oggi, per la prima volta viene comunque a dare una protezione a questi prodotti Ue con indicazione di origine che prima della sua entrata in vigore non esisteva in nessuna forma in Canada.
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