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Corte dei Conti, aiuti Ue inefficaci per democrazia in Turchia

Corte dei Conti, aiuti Ue inefficaci per democrazia in Turchia

Progetti stato diritto a rischio, aumentare condizionalità

BRUXELLES, 14 marzo 2018, 12:36

Redazione ANSA

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Corte dei Conti, aiuti Ue inefficaci per democrazia in Turchia - RIPRODUZIONE RISERVATA

BRUXELLES - L'assistenza finanziaria dell'Ue alla Turchia "ha avuto solo un effetto limitato" sullo sviluppo democratico del paese e "non ha risposto alle esigenze fondamentali", in particolare su stato di diritto e governance. E' l'ammonimento della Corte dei Conti europea che, in un rapporto pubblicato oggi, punta il dito sull'efficacia dell'assistenza pre-adesione che Bruxelles ha assicurato ad Ankara per il periodo 2007-2020.

 

A fronte di un impegno dell'Ue di 9 miliardi di euro e di una strategia di assistenza "ben impostata", spiega la Corte dei Conti europea, gli aiuti non hanno condotto Ankara sulla via della democrazia, "dove da tempo si attendono riforme cruciali". L'analisi si è concentrata sui 3,8 miliardi di euro forniti da Bruxelles nei settori dello stato di diritto, della governance e delle risorse umane. A fare acqua, si legge nel rapporto, è in particolare la "sostenibilità dei progetti" che, con "l'aggravarsi della situazione" sui diritti umani nel paese e "la regressione nelle riforme", oggi sono a rischio.

 

Secondo la Corte dei Conti Ue, a mancare è "la volontà politica" del governo di Ankara. Per cambiare le cose, l'esecutivo Ue dovrebbe mostrarsi più deciso e "aumentare la condizionalità" che lega l'erogazione dei fondi con l'allineamento di Ankara alle norme Ue. "A partire dal 2018, la Commissione dovrebbe attuare un'assegnazione più mirata dei finanziamenti", "privilegiando quei settori in cui le riforme necessarie per compiere progressi credibili verso l'adesione all'Ue sono attese da tempo," sottolinea Bettina Jakobsen, responsabile del rapporto.

 

La Commissione "ha fatto raramente ricorso a condizioni" o "a misure correttive in caso di mancato rispetto delle condizioni dei progetti", denuncia la Corte, notando inoltre che "la possibilità di sospendere i finanziamenti in caso di mancato rispetto dei principi della democrazia e dello stato di diritto non era esplicitamente menzionata nei regolamenti".

 

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