BRUXELLES - Il giudizio sui conti pubblici italiani è atteso a maggio, ed è allora che la Commissione valuterà anche il rispetto della regola del debito e la correzione del deficit strutturale richiesta al Governo a novembre. Ma è presto per dire che tipo di correzione sarà necessaria, cioè se servirà davvero quello 0,3% chiesto a novembre, perché bisogna aspettare prima i dati definitivi del pil 2017: questo, in sintesi, il messaggio rassicurante del vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovkis in un'intervista con l'ANSA e diversi media internazionali.
La valutazione sul "rispetto della regola del debito" è previsto per maggio, per allora "faremo anche la valutazione anche degli sforzi aggiuntivi chiesti all'Italia" nell'opinione sulla legge di stabilità 2018 pubblicata a novembre scorso. Ma "è presto per saltare a conclusioni sul bilancio", perché prima bisogna vedere i dati del pil 2017 e il possibile effetto trascinamento sul 2018, ha detto il lettone responsabile dell'euro e della vigilanza sui conti pubblici dei Paesi Ue.
A novembre, la Commissione Ue aveva promosso la legge di bilancio 2018 ma riservandosi un giudizio definitivo in primavera. Perché per rispettare la regola del debito, che ne impone un preciso percorso di discesa, mancava uno sforzo di 0,3%. L'Italia sosteneva di averlo inserito nella manovra, ma Bruxelles si era riservata di verificare. Dombrovskis ricorda che la verifica sarà a maggio.
Non c'è da allarmarsi però. Anche se il Governo non prenderà misure correttive ulteriori, la situazione dei conti potrebbe salvarsi anche stavolta. Per ora "è difficile" dire se ci sono progressi nel pil nei primi tre mesi dell'anno, ma una crescita superiore alle attese è senza dubbio evidente nel 2017. "Ancora non abbiamo i dati finali del 2017, li avremo ad aprile, e allora vedremo anche gli effetti sul primo trimestre del 2018", ha spiegato il vicepresidente, sottolineando come non si possa ora "saltare a conclusioni". La correzione dei conti chiesta a novembre, insomma, potrebbe anche diminuire o non essere più necessaria. Tutto dipende da come cambierà la base di calcolo del pil del biennio.
Per quanto riguarda il nuovo Governo, Dombrovskis non si sbilancia: "Sta ora al sistema politico italiano gestire la cosa nel quadro costituzionale". Ma assicura che la Commissione non metterà fretta all'Italia con le scadenze. La prima è la consegna del programma nazionale di riforme e del programma di stabilità ad aprile. "Ci sono certe salvaguardie per situazioni di governi ad interim", spiega. "In questi casi puoi consegnare dei documenti a politiche invariate e il nuovo governo può poi presentare quelli aggiornati".
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