BRUXELLES - Nel giro di poco più di 30 anni ondate di caldo e meteo estremo potrebbero diventare il fattore di rischio ambientale più alto per le morti premature nei paesi del Sud Europa. E' quanto emerge dai dati pubblicati in uno studio del Centro comune di ricerca della Commissione europea pubblicato sulla rivista Lancet Planetary Health. In particolare, l'aumento di frequenza e intensità delle ondate di calore come quelle registrate quest'anno causerebbe un aumento esponenziale di morti premature, da 2.700 del 1981-2010 a 151mila circa nel periodo 2071-2100. Se non si prendono misure per frenare l'aumento delle temperature, affermano gli scienziati, entro la fine del secolo il cambiamento climatico potrebbe esporre ogni anno 350 milioni di europei, soprattutto nel Sud del continente, a eventi atmosferici estremi, con rischi di decesso 50 volte più alti (da 3mila a 152mila) rispetto al periodo 1981-2010.
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