STRASBURGO - Mosca ha ripetutamente violato i diritti di Aleksey Navalnyy, leader dell'opposizione oltre che attivista anti corruzione e conosciuto blogger, con arresti arbitrari, detenzioni illegali e processi iniqui. E' quanto stabilito dalla Corte europea dei diritti umani che ha condannato la Russia per le misure adottate nei confronti di Navalnyy, arrestato sette volte tra il 2012 e il 2014 durante manifestazioni pubbliche e processato per reati amministrativi.
L'attivista politico è ricorso a Strasburgo asserendo che queste misure, una violazione dei suoi diritti, erano state "politicamente motivate".
Nella sentenza i giudici di Strasburgo affermano che "tutti gli arresti sono stati una reazione sproporzionata a manifestazioni pacifiche, condotti senza alcuna valutazione sulla loro giustificazione, e che quindi hanno violato il diritto a manifestare di Navalnyy".
I togati sottolineano che "altri casi simili suggeriscono l'esistenza di una pratica di routine della polizia di interrompere le manifestazioni non autorizzate ma pacifiche e di arrestare i partecipanti". La Corte sostiene che i 7 arresti di Navalnyy, oltre che le due occasioni in cui è stato detenuto in attesa di giudizio, sono stati tutti atti arbitrari che hanno violato di diritto alla libertà dell'oppositore politico, in quanto non è stata data alcuna ragione del perché erano necessari nei casi specifici.
Infine i giudici hanno determinato che 6 dei 7 processi per reati amministrativi di cui è stato oggetto Navalnyy, sono stati iniqui. "I tribunali russi - secondo la Corte di Strasburgo - hanno basato le loro decisioni solo sulla versione dei poliziotti di cui non hanno mai controllato l'attendibilità, rifiutando le richieste di Navalnyy di esaminare le prove, e considerando automaticamente come non oggettivi i testimoni a suo favore".
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