BERLINO - All'esortazione di Mario Draghi di frenare il super-export della Germania, il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ha risposto con una chiamata in correità: è l'euro reso debole proprio dalla Bce a favorire le esportazioni tedesche. E al presidente della Banca centrale europea che gli chiede di fare di più per la crescita e la domanda interna tedesca, il custode delle finanze di Berlino risponde con i fatti di un'accelerazione nell'iter del varo di sgravi fiscali.
Draghi, nella conferenza stampa di giovedì, era tornato a puntare il dito sull'avanzo della bilancia commerciale tedesca criticato dall'Ue e considerato fonte di instabilità finanziaria mondiale dagli Usa, riferiscono i media tedeschi. Schaeuble, dall'eurogruppo riunito a Bratislava, ha risposto che il cambio dell'euro è "chiaramente calato" a causa dei bassi tassi di interesse della Bce e per questo il surplus aumenterà anche nell'eurozona: "non bisogna meravigliarsi", insomma. L'affermazione è stata fatta peraltro proprio mentre veniva annunciato per luglio un surplus commerciale di oltre 4 miliardi di euro inferiore alle attese e in calo del 10% sul mese precedente (il peggior arretramento dal terribile -18,3% dell'ottobre 2009) ma pur sempre di 19,5 miliardi. Inoltre resta valida la previsione fatta mercoledì dall'Istituto tedesco "Ifo" di una bilancia delle partite correnti tedesca nel 2016 prima al mondo con un attivo di 310 miliardi di dollari, più di quella cinese (stimati in 260 miliardi).
Draghi inoltre aveva chiamato in causa Berlino dicendo che "i paesi che hanno margini per attuare manovre di bilancio li usino. La Germania li ha". Schaeuble, almeno stando ai grandi media tedeschi, fin nel tardo pomeriggio non ha reagito. E' trapelato però che sta lavorando per ottenere dall'esecutivo già questo mese il varo di un "primo pacchetto di sgravi" fiscali da 6,3 miliardi di euro per il 2017/18 (l'agenzia Dpa prevede un disegno di legge su assegni familiari in consiglio dei ministri mercoledì). Il ministro inoltre martedì aveva prospettato una riduzione di 15 miliardi di euro della pressione fiscale per il periodo dopo le elezioni federali dell'autunno 2017. Il taglio, i cui effetti sono stati definiti da Schaeuble come "limitati", e' reso possibile grazie all'avanzo di bilancio record di 18,5 miliardi di euro (pari all'1,2% del Pil, il migliore dal 2000) segnato dal bilancio pubblico tedesco nel primo semestre dell'anno.
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