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Cina entra in piano Juncker, negoziato tecnico a fase finale

Cina entra in piano Juncker, negoziato tecnico a fase finale

Parteciperà con 5-10 miliardi attraverso 'Silk Road Fund' pubblico

BRUXELLES, 13 aprile 2016, 19:27

Redazione ANSA

ANSACheck

Cina entra in piano Juncker, negoziato tecnico a fase finale © ANSA/AP

BRUXELLES - E' nella fase finale la partecipazione della Cina al 'piano Juncker' per il rilancio degli investimenti in Europa. Secondo quanto indicato da fonti della Commissione Ue, la Cina "è già impegnata" ed è "in corso la fase finale del lavoro tecnico" per "individuare i veicoli per accogliere la liquidità". La Cina cofinanzierebbe, con un impegno tra i 5 e 10 miliardi di euro del fondo pubblico 'Silk Road Fund', progetti sostenuti dall'Efsi. L'interesse di Pechino era emerso nella visita in Cina del vicepresidente Jyrki Katainen a settembre, con la creazione del gruppo di lavoro Ue-Cina (con Commissione, Bei e Fei). Oggi è stato spiegato che "con la crisi dei mercati emergenti, c'è un flusso di capitali verso l'Europa" ed "è emerso interesse per investimenti nella Ue anche nelle visite a New York e a Washington". Ma mentre attualmente il 34% dei fondi erogati dall'Efsi è diretto al sostegno delle Pmi, "non ci sono ancora tanti progetti per grandi infrastrutture".

 

Nel caso in cui l'intesa venisse finalizzata, la Cina potrebbe diventare il primo partner 'estero' del piano Juncker. Una prospettiva accolta molto positivamente da Luigi Gambardella, fondatore di ChinaUe, la piattaforma creata per promuovere la cooperazione nel settore dell'Itc. L'eventuale formalizzazione dell'intesa, per Gambardella, sarebbe infatti "un'ottima notizia per la Cina e per l'Europa. Ma soprattutto rappresenterebbe una grande occasione per l'Italia. Ci sono ampi spazi da utilizzare per presentare progetti che abbiano al centro una collaborazione tra aziende italiane e cinesi. Progetti nei quali potrebbero entrare anche banche commerciali cinesi".

 

Il digitale e quello delle piccole e medie imprese sono i settori dove maggiore, al momento, è il potenziale di sviluppo della collaborazione bilaterale. E secondo fonti Ue non c'è da temere che il rallentamento dell'economia cinese possa ridimensionare l'interesse del Paese a investire in Europa, specie se si tratta di progetti attrattivi e con un ritorno economico praticamente garantito.

 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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