LUSSEMBURGO - L'Italia chiederà ai suoi colleghi dell'Eurozona di sostenere un sussidio comune di disoccupazione per proteggere i disoccupati europei da futuri shock economici: lo ha annunciato il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan in un'intervista al Financial Times. Padoan presenterà la proposta domani a Lussemburgo. L'idea è "un grande progresso verso la solidarietà o condivisione del rischio", spiega il ministro nell'intervista.
"Finora il messaggio arrivato alla maggior parte dei cittadini europei dall'unione monetaria è che è tutta proiettata su banche e vincoli di bilancio, non su crescita e lavoro", ha aggiunto. "Questa proposta è un tentativo di convincere gli europei che l'Europa è parte della soluzione e non del problema", e si inserisce nella spinta più ampia ad approfondire l'integrazione dell'unione monetaria. "Ora è il momento giusto per mettere sul tavolo la proposta e, come tutte le idee che possono essere controverse, vediamo cosa succede. Cercheremo di convincere i nostri partner che è utile", ha detto Padoan.
In base alla proposta, i Paesi che hanno la disoccupazione più elevata potranno attingere dal nuovo strumento, che dovrebbe essere amministrato dalla Commissione europea. Un dettaglio cruciale - scrive il Financial Times - è il meccanismo con cui scatta l'assegnazione dei fondi: potrebbe basarsi sulla dinamica e non sul livello della disoccupazione. Questo significa che potrebbe essere usato sia dai Paesi del Nord Europa che hanno una bassa disoccupazione, sia da quelli del Sud come Italia, Spagna o Grecia, che hanno un tasso molto più elevato. Ad esempio, funzionari italiani - citati dal Financial Times - spiegano che il benefit extra potrebbe durare tra sei e otto mesi, rimpiazzando tra il 40 e il 50% degli stipendi dei lavoratori. "Darebbe sollievo temporaneo ai Paesi colpiti da shock che generano più disoccupazione del gestibile, e poi sarebbe sospeso", ha aggiunto il ministro, senza specificare la taglia ideale del sussidio comune. I funzionari italiani spiegano che la proposta non richiederebbe alcun cambiamento di Trattati e sono pronti a difenderla da probabili critiche: potrebbe scoraggiare i Paesi dal portare avanti riforme strutturali del mercato del lavoro se hanno un 'cuscinetto' di protezione come lo schema anti-disoccupazione. Secondo i funzionari il piano farebbe poco contro gli alti livelli di disoccupazione strutturale, così l'incentivo a riformare rimarrebbe intatto.
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