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Ue lavora ad accordo politico con Ankara su crisi profughi

Ue lavora ad accordo politico con Ankara su crisi profughi

Occhi puntati su incontro Juncker-Erdogan

BRUXELLES, 04 ottobre 2015, 10:24

Redazione ANSA

ANSACheck

Ue al lavoro per un accordo politico con Ankara sui profughi © ANSA/AP

BRUXELLES - L'Ue lavora per raggiungere un accordo politico di collaborazione con la Turchia sulla crisi dei profughi, prima del vertice dei leader dei 28 del 15 ottobre.

 

Un momento importante del negoziato sarà l'incontro di lunedì tra il presidente della Commissione Ue Juncker e quello turco Erdogan.

 

Il governo di Ankara - che cerca un endorsment di Bruxelles in vista delle elezioni del primo novembre - chiede collaborazione per la realizzazione di 'zone protette' in territorio siriano; il reinserimento nella lista dei Paesi di origine sicura Ue; la liberalizzazione dei visti; e risorse aggiuntive con cui far fronte agli oltre due milioni di rifugiati presenti sul suo territorio.

 

L'Europa è disposta a trattare, a patto che la Turchia si impegni in modo più deciso nella lotta ai trafficanti di esseri umani, e a cooperare nella gestione dei flussi, anche sul fronte di registrazioni e rimpatri.

 

La Turchia era stata depennata dalla lista dei Paesi di origine sicura Ue (strumento ritenuto utile a velocizzare le pratiche di asilo) durante il penultimo consiglio Affari interni europeo su pressione di alcuni Paesi, tra cui Francia e Germania. Nei giorni scorsi Juncker ha parlato della questione in una telefonata con la cancelliera tedesca Angela Merkel, e di persona, a Parigi, col presidente francese François Hollande. I due leader Ue, così come il cancelliere austriaco Werner Faymann hanno dato il loro sostegno "all'approccio comunitario" che Juncker metterà in campo nel suo incontro con Erdogan. Con queste premesse, "una nuova spinta politica" potrebbe portare alla revisione della decisione di escludere la Turchia dalla lista  - spiegano fonti - anche se alla riunione degli ambasciatori Ue (Coreper) ci sono state opinioni discordanti. 

 

L'argomento dovrebbe essere affrontato di nuovo al consiglio Affari interni di giovedì 8 ottobre, a Lussemburgo. Anche se un altro prevedibile scoglio per il dossier sarà il passaggio all'Europarlamento, che assieme al Consiglio Ue è chiamato a decidere.

 

In una lettera ai leader dei 28 a fine settembre, il premier turco Ahmet Davotoglu aveva chiesto la collaborazione europea per costituire 'zone sicure' in territorio siriano per l'accoglienza dei rifugiati. Ma Germania, Francia e Gran Bretagna sono contrari all'ipotesi, che appare di improbabile attuazione.

 

 Più aperta, ma comunque tutta in salita, è invece la strada per la liberalizzazione dei visti,  di cui Erdogan e Juncker parleranno  nel loro incontro. La 'roadmap' per la liberalizzazione dei visti è stata aperta a dicembre 2013. Un primo rapporto sull'avanzamento è stato pubblicato il 20 ottobre 2014 ed un secondo rapporto sarà "anticipato" alla fine del 2015 o a inizio 2016.

 

Sul piatto anche la richiesta di maggiori risorse, 'fresh money', oltre al miliardo di euro che l'Ue ha annunciato di voler mobilitare per l'emergenza profughi, con riallocazioni da altri capitoli ma per cifre che erano gia' destinate alla Turchia.

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