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Parlamento Ue, Italia dica sì a matrimoni gay

Parlamento Ue, Italia dica sì a matrimoni gay

Invito rivolto a 9 Paesi dove manca legislazione unioni civili

STRASBURGO, 08 settembre 2015, 19:23

Redazione ANSA

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Parlamento Ue, Italia dica sì a matrimoni gay - RIPRODUZIONE RISERVATA

STRASBURGO - Il Parlamento Ue ha chiesto oggi a nove Stati membri, tra cui l'Italia, di "considerare la possibilità di offrire" alle coppie gay istituzioni giuridiche come "la coabitazione, le unioni di fatto registrate e il matrimonio". La richiesta è inserita nel paragrafo 85 del rapporto sulla Situazione dei diritti fondamentali nella Ue approvato oggi a Strasburgo.

 

Con il rapporto firmato dall'europarlamentare M5S Laura Ferrara, il Pe ha altresì chiesto alla Commissione Ue di "presentare una proposta di normativa ambiziosa che garantisca il riconoscimento mutuo" delle unioni e matrimoni registrati in altri paesi in modo da "ridurre gli ostacoli amministrativi e giuridici discriminatori che devono affrontare i cittadini" per esercitare il loro diritto alla libera circolazione. Nel capitolo dedicato ai diritti delle persone LGTBI, Strasburgo condanna "con la massima fermezza la discriminazione e la violenza" commesse contro questo gruppo di persone e chiede agli Stati di "sanzionare" le cariche pubbliche che "insultano o stigmatizzano" omosessuali e transessuali. Per questi ultimi il Parlamento chiede di facilitare le procedure burocratiche per il riconoscimento del nuovo genere.

 

Tra i 29 eurodeputati del Pd due sono stati i no tanto al rapporto sulla situazione dei diritti fondamentali nella Ue, approvato oggi a Strasburgo, che al paragrafo 85, quello che chiede agli Stati membri una tutela legale per le coppie gay ed alla Commissione uno strumento per i riconoscimento di matrimoni ed unioni celebrati all'estero. I no sono quelli di Luigi Morgano e di Damiano Zoffoli. Da registrare sul paragrafo 85 anche le astensioni della capodelegazione Pd a Strasburgo Patrizia Toia e della Presidente della Commissione cultura Silvia Costa, poi espressasi a favore del rapporto.

 

Le delegazioni di Forza Italia e del Ncd hanno invece detto no (al pari di Morgano, astenuta Toia) al paragrafo 84, quello in cui il Parlamento Ue "condanna con la massima fermezza la discriminazione e la violenza" contro il collettivo LGTBI, "fomentate da leggi e politiche che restringono i diritti fondamentali di queste persone". Nello stesso paragrafo si chiede alla Commissione ed ai 28 di adottare "leggi e politiche di lotta contro l'omofobia e la transfobia" e "un piano di azione a livello Ue a favore dell'uguaglianza rispetto all'orientamento sessuale e l'identità di genere". I membri italiani del PPE hanno poi votato contro gli altri paragrafi sui diritti LGTBI e contro tutto il rapporto, stessa strategia dei deputati della Lega Nord.

 

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