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Varoufakis, a giugno chiudiamo la crisi greca

Varoufakis, a giugno chiudiamo la crisi greca

Parla il ministro delle Finanze di Tsipras, ecco il nostro piano

ROMA, 03 febbraio 2015, 18:46

Redazione ANSA

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Varoufakis, a giugno chiudiamo la crisi greca - RIPRODUZIONE RISERVATA

ROMA - "Possiamo vedere la fine della crisi greca a partire da giugno", una crisi che non riguarda solo Atene ma tutta l'Europa: è la previsione che il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis consegna ad un numero ristretto di giornalisti italiani incontrati a Roma, dove è giunto per presentare le proposte elleniche al collega Pier Carlo Padoan. Prima di due incontri decisivi: con il governatore della Bce Mario Draghi domani a Francoforte e, giovedì, con il 'falco' del rigore tedesco Wolfgang Schaeuble a Berlino.


Dalla crisi si può uscire, argomenta Varoufakis, "a patto che in Europa ci calmiamo tutti. Occorre un accordo ponte che ci dia il tempo, tipo un mese, o sei settimane a partire da fine febbraio (quando presenteremo il nostro piano dettagliato), per ottenere un'intesa, che poi attueremo a partire dal primo giugno. La nostra crisi inizierà a finire rapidamente. Sono ottimista. In Europa vogliono tutti una soluzione. Vedrete, se ci sarà l'accordo europeo, quanto velocemente arriveranno i capitali". Il piano del governo Tsipras si articola in quattro capitoli: "Riforme profonde, che rendano sostenibile la nostra macroeconomia; poi, il debito, che nelle nostre stime e in quelle degli esponenti della City da me incontrati è insostenibile, anche se molti dicono il contrario; terzo, politiche per risolvere la crisi umanitaria in Grecia, e infine la nostra proposta per l'Europa: la nostra crisi non si può risolvere se non si risolve quella europea, che ha a che vedere con il blocco degli investimenti".


Essenzialmente, ha spiegato il ministro, divenuto ormai celebre per il suo look informale, Atene chiederà all'Europa di non bloccare i finanziamenti fino all'estate. "Nel frattempo, prenderemo iniziative unilaterali e terremo il bilancio dello Stato in attivo". Atene proporrà di farsi consegnare subito dalla Bce i due miliardi di profitti fatti da Eurotower sui bond greci ("non vogliamo il resto della tranche") e trasformare il debito in mano alla Bce in bond 'perpetui' legati alla crescita.


"L'Italia è un Paese dove è naturale venire per presentarci e spiegare che il nostro mandato è quello di iniziare una conversazione sull'Europa, che ancora non è mai stata fatta. Non abbiamo il monopolio delle buone idee, ma qualcuno deve iniziare a parlare, e alle volte sono i più disperati a farlo", dice, spiegando che il governo Tsipras "è nuovissimo, non abbiamo ancora avuto la fiducia, io stesso non sono ancora deputato. Ma siamo partiti per questo viaggio per presentarci ai partner europei e stabilire un buon rapporto di lavoro". Nessuno dei provvedimenti di cui si è parlato è stato ancora preso, ha precisato.


Dall'Italia quello che vuole Atene in questo momento è "un approccio più razionale nell'ambito dell'Eurozona. Spiego: la vostra economia è seria, è produttiva, dal punto di vista culturale, della manifattura, fate quasi tutto e quel che producete lo fate molto bene. Avete amministrato bene l'economia, avete raggiunto quasi un equilibrio di bilancio corrente, il vostro governo vi ha tenuto nei parametri di Maastricht, e avete anche un surplus primario. Eppure, nonostante questo, avete un debito insostenibile. Quando succede questo, vuol dire che c'è qualcosa di sbagliato nell'architettura dell'Eurozona. Se voi state così, allora la Grecia non ha chance". "E' ora di dire - secondo il ministro - che non c'è una crisi greca, italiana o irlandese, ma una crisi sistemica che deve essere affrontata sistematicamente, cosa che l'Europa non ha fatto, ma solo finto di fare".

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