Le persone appartenenti alla
comunità glbt in Italia sono tra quelle che si sentono più
discriminate in Europa (54%, peggio solo Lituania, Croazia,
Polonia e Cipro) e che più nascondono i loro orientamenti
sessuali (solo l'8% è sempre aperto). E' quanto emerge dal
rapporto dell'Agenzia europea per i diritti fondamentali (Fra),
che lo ha presentato in occasione della prima conferenza europea
di alto livello sui diritti di gay, lesbiche, bisex e
transessuali, che è stata organizzata dalla presidenza italiana
dell'Ue. L'Italia è anche maglia nera, secondo gli intervistati,
per il linguaggio offensivo usato dai politici (91%, peggio solo
la Lituania con il 93%), le battute nella vita di tutti i giorni
(60%, peggio solo la Bulgaria con 68%) e per la mancanza di
leggi a tutela (89% per i glb, insieme a Grecia e Slovacchia,
peggio solo Lettonia e Romania con 92%, mentre è record negativo
assoluto per i transessuali con il 95%). A livello europeo, ha
segnalato il direttore della Fra Morten Kjaerum, negli ultimi
anni ci sono stati miglioramenti, passando facendo scendere dai
9 del 2008 ai 3 del 2014 gli stati membri che limitano al solo
ambito lavorativo le norme antidiscriminazione, mentre sono
saliti dagli 8 del 2010 ai 18 di quest'anno quelli che
considerano "membri di famiglia" il coniuge dello stesso sesso
nel contesto della libera circolazione Ue. "La corrente sta
cambiando", ha detto Kjaerum, ma ancora oggi "troppo spesso
troppe persone glbt devono far fronte alla discriminazione e
all'ostilità semplicemente per essere loro stesse", è quindi
giunto il momento a livello Ue di "rimettere sull'agenda europea
l'uguaglianza e la no-discriminazione delle persone glbt. "La
nuova Commissione Juncker e la futura commissaria Vera Jourova",
ha assicurato la commissaria alla giustizia uscente Martine
Reicherts che da parte sua ha suggerito una cooperazione
rafforzata tra i paesi interessati, "hanno detto che sarà una
delle loro priorità". L'Ue, ha sottolineato il sottosegretario
Ivan Scalfarotto, "ha una chiara responsabilità nel promuovere
l'uguaglianza, il rispetto e la tolleranza per tutti". L'Italia
con la Conferenza di alto livello intende quindi, ha spiegato
l'ambasciatore Stefano Sannino nell'avviare i lavori, "aprire
una porta, discutere per aiutare a cambiare la mentalità e
lavorare perché questa discriminazione nei confronti delle
persone glbt abbia fine".
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