Tra le principali proposte del rapporto Dorfmann c'è un diverso calcolo degli aiuti diretti, basato oggi sulla produzione in un periodo di riferimento, "assolutamente fuori luogo", ma anche la sostituzione del greening (il sistema che lega gli aiuti alla sostenibilità) con una nuova architettura degli impegni ambientali. Riflettori puntati anche sul ricambio generazionale, per dare la possibilità a tutti i giovani di diventare agricoltori e "non solo quelli che ereditano i titoli". Sì poi ad una redistribuzione equa degli aiuti tra gli Stati che tenga conto delle differenze socio-economiche e dei diversi costi di produzione, dalla terra al lavoro. Aiuti che poi all'interno dei diversi Paesi devono andare solamente ai veri agricoltori. "Bisogna farla finita con le rendite ingiustificate cosa che accade in Italia - ha detto Dorfmann - le risorse vanno date solo a chi fa davvero agricoltura". E se i Piani di sviluppo rurale vanno semplificati, "troppi i soldi non spesi", occorre mantenere le Organizzazioni comuni dei mercati agricoli per frutta e verdura e vino. Grande 'sorvegliato speciale' rimane il latte, settore da troppi anni in crisi che deve essere stabilizzato.
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