Gli stati membri hanno dato il loro ok alla proposta della Commissione. Per il momento, però, questa non prevede limiti vincolanti di acrilammide, ma in modo più generico impone agli operatori alimentari di ridurne la presenza con misure "commisurate alle dimensioni e alla natura della loro impresa".
Solo in futuro Bruxelles prevede di avviare discussioni su ulteriori misure come la fissazione di livelli massimi di acrilammide in certi prodotti alimentari. Studi dell'Efsa, l'Agenzia per la sicurezza alimentare, hanno dimostrato infatti non solo che la sostanza è nociva per la salute umana ma che, nonostante le raccomandazioni della Commissione, queste - in quanto solo volontarie - sono state attuate in modo disomogeneo e i valori di acrilammide nei cibi non sono diminuiti. Da qui il nuovo regolamento che dovrebbe entrare in vigore nella primavera 2019 e che, ha sottolineato il commissario Ue alla salute Vytenis Andriukaitis, "contribuirà non solo a ridurre la presenza di questa sostanza cancerogena, ma anche a sensibilizzare l'opinione pubblica su come evitare l'esposizione spesso connessa alla preparazione degli alimenti a casa". Nelle scorse settimane in Belgio era sorta una polemica politica sulle misure temendo un 'divieto' per le celebri patatine fritte, le 'frites' fritte due volte. La Commissione Ue ha però smentito che queste nuove norme le mettano a rischio, ricordando di avere "molto a cuore gli aspetti culinari del ricco patrimonio culturale degli stati membri".
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