di Redazione ANSA

Cibo, moda e design: la Basilicata esporta le sue eccellenze

Grazie a un progetto finanziato con i fondi europei, le imprese lucane sono riuscite a unirsi per far conoscere al mercato globale i prodotti del territorio e il valore del Made in Italy

In origine erano artigiani di un luogo lontano e sconosciuto, fatto di caverne e gravine. Custodi di una tradizione millenaria che viveva di materiali poveri e necessità. Oggi sono "artisti" dell'artigianato di Matera, Capitale europea della Cultura per il 2019, hanno creato una "rete" fatta di rapporti e buyer internazionali, e ora esportano il "genius loci", ancor prima di vendere un prodotto. Tutto questo grazie a "Mapping Basilicata", progetto nato nel 2014 dalla collaborazione tra la Regione Basilicata e Sviluppo Basilicata, e sostenuto dai fondi europei.

Ma non chiamatelo semplicemente "portale web" o "vetrina on line". Perché Mapping Basilicata è stato il fulcro di una visione più ampia. Grazie alla quale decine di piccolissime aziende artigiane della Basilicata, che da sole non riuscivano a sostenere la sfida globale dell'internazionalizzazione, sono riuscite a unirsi, potendo così acquisire innovazione, visibilità e migliaia di contatti commerciali in decine di Paesi.

La nascita del progetto grazie ai fondi europei

La nascita del progetto grazie ai fondi europei

Mapping Basilicata è stato finanziato dalla Regione nell’ambito di un decreto del Mise del 2010, e del Programma operativo del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) 2007-2013, per circa 800mila euro (di cui 630mila da fondi Ue). Il progetto è stato realizzato da Sviluppo Basilicata in sinergia con il Distretto del Mobile imbottito di Matera, il Distretto rurale delle Colline e della Montagna Materana, il Distretto Pollino Lagonegrese, il Distretto agroalimentare del Vulture e il Distretto della Corsetteria, insieme a Unioncamere Basilicata.

Inizialmente, le imprese coinvolte nelle "reti" sono state una decina per ogni settore, acquisendo poi nuovi partner nel tempo. Mapping ha voluto "supportare l'internazionalizzazione di queste imprese - ha spiegato la project manager, Patrizia Orofino - aumentando prima di tutto la visibilità della Basilicata e delle sue aziende, con un programma di attività in Paesi target per comunicare i concetti chiave di territorialità, qualità, localizzazione e valore dei prodotti. Il tutto aggregando le aziende in tre marchi settoriali".

Gran Bretagna, Germania, Stati Uniti, Russia e Paesi del Golfo sono stati i primi "target" scelti per le azioni di promozione previste dal programma, anche grazie al supporto delle Camere di Commercio italiane all'estero e delle agenzie di sviluppo della cooperazione nazionali e internazionali, con l'obiettivo di "far conoscere al mercato globale l'eccellenza dei prodotti lucani e il valore del Made in Italy".


I tre punti di forza: agroalimentare, arredo e corsetteria

I tre punti di forza; agroalimentare, arredo e corsetteria

Il progetto nasce quindi per risolvere i tre problemi fondamentali che ostacolano l'internazionalizzazione dei prodotti lucani, puntando sull'unione delle piccole aziende in una rete omogenea, sulla comunicazione di tre brand su scala mondiale, e sull'acquisizione di contatti e innovazioni (culturali e di produzione) prima di tutto in Europa. Si sono così raggruppate le aziende in tre ambiti, appartenenti ai distretti industriali più importanti del territorio, ovvero l'agroalimentare, il mobile/arredo e la corsetteria. E sono stati plasmati tre nuovi marchi identitari delle filiere di qualità: "Basilicata Fine Foods", "Casa Matera" e "B-Wear".

Il pilastro comune dell'attività legata ai tre brand, dal 2015, riguarda ovviamente i percorsi specifici di comunicazione e promozione, con decine di eventi organizzati in tutto il mondo e la partecipazione a workshop e alle principali fiere di settore. Ma per "B-wear", ovvero per la corsetteria e la lingerie - e soprattutto per "Casa Matera", "Mapping Basilicata" ha rappresentato prima di tutto la possibilità di fondere la giovane e innovativa creatività di alcuni dei più promettenti designer internazionali alla tradizione custodita dagli artigiani, e alla ricchezza dei prodotti (e dei materiali) esclusivamente locali. In una sorta di continua osmosi.


In continua crescita, attira clienti e designer da tutto il mondo

In continua crescita, attira clienti e designer da tutto il mondo

Alcuni giovani designer (da Italia, Giappone, Spagna, Russia e Stati Uniti) hanno infatti partecipato al progetto, entrando nelle creazioni con le loro "visioni". E, ovviamente, con le ultime tendenze del design internazionale. Ricevendo in cambio l'arte antica dei maestri lucani nell'uso dei materiali del posto. Se per "B-wear" le interazioni hanno generato collezioni con capi fatti a mano secondo la tradizione del Vulture, ma con chiare intenzioni di innovazione (pezzi realizzati in tessuto di fibra di latte progettati per stimolare l’idratazione e l’ossigenazione della pelle, o stoffe "hi-tech"), questa fusione ha invece portato "Casa Matera" a presentare una collezione di pezzi di arredo unici al mondo, figli della commistione tra mondi diversi ma che arrivano a narrare un pezzo di storia del territorio.

Il divano con lo Skiline di Matera, ad esempio. O il sofà che richiama il collegamento tra i Sassi e i nuovi quartieri urbani, nati dopo lo sgombero. Oppure la cucina che unisce l'oscurità "delle caverne" alla luce creata dai suoi abitanti. Ma nessuno dei questi pezzi è in vendita. Il cliente chiede un arredamento, o un singolo componente, purché ispirato a questa filosofia e adatto alle sue esigenze, che si tratti di un locale pubblico o di un salotto privato. Ma figlio del "genius loci", dello spirito del posto. Casa Matera ha quindi portato "gli imprenditori del territorio - hanno spiegato Luca Colacicco ed Emanuele Cifarelli, rappresentanti di due delle aziende che fanno parte della rete - a unirsi e a dimostrare che possono convivere e crescere. Ogni singolo pezzo prodotto è frutto di tantissime esperienze, ogni difficoltà viene risolta insieme e la nostra collezione continua a girare il mondo".

La vera innovazione, in estrema sintesi, è quindi rappresentata dal fatto che, a quasi due anni dalla chiusura delle principali attività di "Mapping", la rete di aziende continua a crescere per numero e per fatturato, attirando clienti da tutto il mondo.


Fotogallery

GUARDA LA PHOTOSTORY Fotoracconto