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La mano dei clan di ‘ndrangheta

La mano dei clan di ‘ndrangheta

16 settembre 2019, 16:56

Redazione ANSA

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La marcia della pace a Locri - RIPRODUZIONE RISERVATA

Prima di essere dato in gestione al Gruppo Goel, l’Ostello Locride è stato inaugurato l’8 maggio 2015 alla presenza di amministratori del Comune di Locri, della Provincia reggina e della Regione Calabria. Tantissime anche le autorità civili e militari presenti. A tagliare il nastro inaugurale è stata Stefania Grasso, figlia di Cecè Grasso, imprenditore di Locri assassinato dai sicari della ‘ndrangheta per non essersi voluto piegare alle loro richieste estorsive.

L’immobile (e l’ampia fetta di terreno dove la vecchia struttura era stata realizzata) era di proprietà di alcuni esponenti di primissimo piano della cosca Cataldo di Locri, un clan, potente e ramificato, considerato dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria ai vertici del cosiddetto “Mandamento Jonico” della ‘ndrangheta. Un casato malavitoso che per continuare a controllare il territorio e le sue attività fu protagonista di una sanguinosissima faida fra clan a metà degli Anni ’90. Nemico dei Cataldo era il clan Cordì, attivo a Locri da decenni, ben inserito nella cerchia d’élite del crimine organizzato calabrese e finito spesso nel mirino delle forze dell’ordine e dei magistrati della Dda di Reggio Calabria.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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